sabato 30 maggio 2015
​Il cardinale vicario di Roma: superare la logica dei campi, progetti di inclusione sociale.
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"I Rom sono qui da generazioni e la gran parte sono giovani famiglie che con i loro figli sono nati a Roma. È necessario allora far crescere, nel rispetto della legalità, la cultura dell'accoglienza e dell'inclusione sociale e non quella del rifiuto e del disprezzo". Lo dice il cardinale vicario di Roma, Agostino Vallini, commentando l'incidente automobilistico avvenuto nella zona di Battistini e sottolineando che occorrerebbe studiare nuove forme di integrazione, superando la logica dei campi Rom.   Per Vallini, sono "inaccettabili e da condannare severamente sono gli inviti a vendicarsi e le sconsiderate e gravi dichiarazioni di alcuni politici". Parlando dei Rom il cardinale di Roma fa notare che "sono uomini e donne come tutti, nostri fratelli e sorelle, spesso già provati da sofferenze, privazioni e paure. Nessuno si muoverebbe dalla propria terra di origine se vivesse una vita serena e tranquilla".   Ma l'accoglienza non funziona: "I campi, comprensibili come soluzioni di emergenza e temporanee, non si giustificano se sono diventati di fatto definitivi. Questo è il punto veramente dolente della questione. Perché si tratta di accampamenti dove il disagio, il malessere, la lotta tra etnie diverse, l'emarginazione sociale ghettizzano le persone, la gran parte delle quali soffrono, subiscono e si adattano, non potendo e spesso non sapendo fare altro, alla sopravvivenza e non di rado all'illegalità e alla devianza". "Mi domando: i fondi usati per mantenere i campi - si chiede Vallini - non potrebbero essere meglio utilizzati, almeno in parte, per progetti di inclusione sociale che facciano superare per sempre la marginalizzazione? Smantellare i campi va bene, ma la soluzione non è quella di rinchiudere le famiglie sfrattate in altre strutture emarginanti".
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