lunedì 25 febbraio 2013
L'associazione Connecting people che gestisce gli aiuti in Piemonte scrive al ministero dell'Interno dopo la circolare che definisce le modalità di chiusura entro il 28 febbraio: a rischio famiglie e casi di fragilità
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È a rischio l'accoglienza di centinaia di rifugiati, dopo che il 20 febbaio gli enti gestori dell'emergenza Nordafrica hanno ricevuto una circolare dal dipartimento Libertà civili del ministero dell'Interno che intende definire le modalità di chiusura dell'accoglienza entro il 28 febbraio, data di termine stabilita dalla proroga dei primi dell'anno. Lo dice in una nota il consorzio Connecting people. In una lettera al ministero dell'Interno, Connecting people e altri enti gestori fanno notare che "dal 1 marzo del 2011 gli enti gestori hanno accettato di affiancare lo Stato nel compito di dare accoglienza alle migliaia di persone che sono approdate sulle nostre coste in seguito alla Primavera araba. Il compito non è stato agevole, spesso a causa della mancanza di chiarezza dell'orizzonte in cui si inseriva il lavoro quotidiano e dell'assenza di prospettive condivise da dare agli interventi. In assoluta autonomia e nella sostanziale indifferenza, gli enti gestori hanno costruito percorsi volti all'integrazione e all'autonomia, nonostante la richiesta del ministero fosse esclusivamente concentrata sull'accoglienza. La mancanza di informazioni circa l'orientamento assunto dal dipartimento Libertà civili ha condizionato e limitato la portata delle azioni svolte".E ancora: "L'ultima circolare peggiora ulteriormente la situazione. È evidente che, incomprensibilmente, la richiesta avanzata giunge tardiva rispetto ai tempi a disposizione, a soli 8 giorni dalla chiusura prevista". Premesso questo, si legge ancora nella lettera, il consorzio evidenzia l'impossibilità in poco più di una settimana di informare in modo adeguato tutti gli ospiti (per Connecting people circa 800 in tutta Italia di cui 400 in Piemonte) di quanto riserva loro il futuro e di provvedere a tutte le operazioni burocratiche richieste (titolo di viaggio, carta di identità, bonus economico di uscita).La lettera al ministero dell'Interno di Connecting people e altri enti gestori denuncia «la poca chiarezza sulle modalità di gestione dei casi vulnerabili su cui la circolare non contiene alcuna indicazione», «la mancanza assoluta di indicazioni circa il trattamento di quei casi che non sono formalmente vulnerabili, ma che nei fatti sono da trattare in tal modo», come le famiglie con bimbi neonati o in tenera età, e «la mancanza di indicazioni circa il trattamento delle decine di situazioni in cui le persone hanno avviato percorsi di formazione e di inserimento nel mondo del lavoro che verranno troncati in assenza di assistenza». In queste condizioni, si legge infine nella nota, "gli enti si trovano nell'impossibilità di garantire una soluzione ordinata della fine dell'emergenza e richiedono al ministero di ripensare i tempi di uscita in modo da evitare o ridurre l'ingenerarsi di probabili problemi di ordine pubblico; di negoziare tali tempi nei tavoli da istituirsi con gli enti gestori e i Comuni interessati per definire i tempi e modi degli interventi volti a tutelare sia i vulnerabili che le situazionidi evidente fragilità".
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