Sulla
tragica e terribile fine di
Giulio Regeni, rapito, torturato e ucciso al Cairo, dall
'Egitto arrivano
versioni sempre diverse. L'ultima: è possibile che si tratti di un omicidio premeditato per una vendetta causata da motivi personali, secondo un comunicato del ministero dell'interno del Cairo diffuso oggi.
Secondo l'ambasciatore egiziano a Roma, invece, l'omicidio Regeni potrebbe essere un atto criminale o terroristico, compiuto da chi "vuole minare le relazioni tra Italia ed Egitto".
Gentiloni: vogliamo la verità
Insomma una tragedia illustrata come in una commedia pirandelliana, tra verità e bugie, mezze verità e mezze bugie. Una scrittura però che non va giù al governo italiano. "L'Italia chiede semplicemente ad un paese alleato la verità e la punizione dei colpevoli. Non ci accontenteremo di una verità di comodo nè di piste
improbabili, come quelle evocate oggi dal Cairo", ha detto
il
ministro degli Esteri Paolo Gentiloni in un question time alla
Camera.
Le indagini
In quanto alle indagini Gentiloni ha detto che gli agenti italiani impegnati al Cairo nelle indagini sulla morte di Giulio Regeni "devono avere accesso a tutti i documenti sonori e filmati e a tutti gli atti del processo nelle mani della procura di Giza. Il governo trasmetterà richieste specifiche su questo attraverso i canali diplomatici. Lo dobbiamo alla famiglia di Regeni e alla dignità
del nostro Paese", ha aggiunto.
Orazione funebre all'American University del Cairo
L'American University del Cairo
ha organizzato un'orazione funebre per Giulio Regeni alla quale
hanno partecipato docenti e studenti. In un discorso, con il
quale si è aperta la cerimonia, Rabab Al Mahdi, docente di
scienze politiche nell'ateneo, ha ricordato l'interesse e
l'amore del ricercatore italiano per i poveri.
Il professore italiano Marco Pinfari ha letto estratti di una
poesia italiana del 1944, anno in cui l'Italia era devastata
dalle seconda guerra mondiale. Feriale Ghazoule insegnante di letteratura inglese ha letto a sua volta estratti di una poesia del poeta egiziano Ahmed
Darwish, intitolata 'io voglio vivere".