venerdì 12 febbraio 2016
​​L'omelia del parroco, amico personale del giovane ucciso in Egitto. Le sue parole tradotte anche in inglese per gli amici di Regeni. I funerali nella palestra comunale, ma tanta gente non è riuscita ad entrare.
Addio a Giulio, «senza giustizia non c'è pace»
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Fiumicello ha dato l'ultimo saluto al suo Giulio. "Non è giusto. Senza giustizia non si può costruire la pace". È la scritta su un cartello ha appeso al cancello davanti al portone del Battistero del paese. Lo ha ricordato il parroco di Fiumicello, don Luigi Fontanot durante i funerali di Giulio Regeni, rapito e ucciso in Egitto dopo essere stato torturato. "Grazie per questo compito di testimonianza che ci coinvolge tutti. Grazie, grazie e ancora grazie", ha tra l'altro detto don Luigi, rivolgendosi al suo amico personale Giulio Regeni, durante l'omelia ai funerali. Il parroco ha definito "Giulio una persona speciale, per l'entusiasmo, per la voglia di conoscere" ricordando i concetti di libertà e di amicizia che aveva espresso: "Libertà è la possibilità di esprimere te stesso in un certo contesto; amicizia è un rapporto incondizionato tra due persone". L'omelia è stata tradotta anche in inglese per gli amici stranieri di Giulio. La cerimonia si è svolta nella palestra polifunzionale di Fiumicello, completamente gremita. Poche le corone e i cuscini di fiori, tra i quali quello dell'Ambasciata d'Italia e dell'Università di Cambridge. Un coro ha intonato alcuni inni, poi si è fermato in attesa dell'arrivo del feretro. Tanta gente anche fuori della palestra. In paese tutti gli esercizi pubblici sono chiusi per lutto cittadino ad esclusione di bar e ristoranti, aperti proprio per servire per i tanti venuti da fuori. Tra questi anche gli amici di Giulio. Alle esequie hanno preso parte il presidente della Commissione Esteri del Senato, Pierferdinando Casini, e la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani.

 

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