venerdì 24 maggio 2013
​L'assessore al Welfare e alle politiche sociali Frascaroli (Sel): il sistema scolastico integrato in città è necessario, con la consultazione del 26 maggio sui finanziamenti alle scuole dell'infanzia paritarie si perde solo tempo e denaro. (Caterina Dall’Olio)
Laicità, a Bologna un caso di scuola di Francesco D'Agostino
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Amelia Frascaroli, assessore al welfare e alle politiche sociali a Bologna, è stata appoggiata da Sel alle ultime amministrative. Pedagogista, educatrice, a differenza di Nichi Vendola  leader del partito che l’ha sostenuta, è convinta che il sistema integrato in vigore a Bologna da 18 anni sia la via migliore da seguire. E per questo il 26 maggio, giorno del referendum sui finanziamenti alle scuole dell’infanzia paritarie, voterà B.Perché sostiene il contributo alle scuole paritarie?Perché il sistema integrato è necessario per la nostra città, e su questo c’è poco da discutere. Il confronto va sempre difeso e sono io la prima a dire che dei miglioramenti si possono e si devono ottenere. Ma questo referendum è del tutto illogico e sbagliato. Non ha fatto altro che causare una guerra violenta su un tema di cui si poteva tranquillamente discutere attorno a un tavolo.Quale sarebbe stata la via giusta per evitare questa lotta?Io la chiamo la strada «C», alternativa alla «A» o alla «B» di questa assurda consultazione. Negli anni scorsi l’amministrazione comunale aveva dato il via a un percorso partecipato finalizzato a trovare soluzioni per sfoltire le liste d’attesa, promuovere un’educazione più diretta all’integrazione delle varie culture e fare fronte unico per riuscire ad avere più soldi dallo Stato, troppo assente a Bologna. Tutto buttato nella spazzatura per fare spazio a questo referendum che, com’era prevedibile, ha spaccato in due la città e ha fatto perdere una marea di denaro, tempo ed energie a tutti.Vendola, che l’ha appoggiata alle ultime elezioni, si è schierato con quelli che vogliono abolire i fondi. Come se lo spiega?Voglio precisare che lui, come me, non pensava si sarebbe arrivati a questo punto. Ha avuto l’onestà intellettuale di dire che l’argomento dell’educazione infantile andrebbe dibattuto. Sono convinta che Vendola non avesse nessuna intenzione di ingaggiare una battaglia così aspra. Sulle ricadute che la cancellazione del sistema integrato avrebbe sul piano amministrativo anche lui conveniva con me, tanto che in Puglia adotta lo stesso sistema.La convenzione con le paritarie porta dei vantaggi solo sul piano amministrativo?Anche dal punto di vista pedagogico. L’alleanza fra diversi tipi di istituti porta un enorme valore aggiunto. È un’evidente palestra dell’integrazione sociale. Le scuole paritarie che hanno la convenzione con il comune accettano il coordinamento pedagogico. Questo vuol dire che devono sottostare a dei canoni ben precisi che l’amministrazione dà. Noi non finanziamo quelli che non corrispondono a queste caratteristiche. Oggi le paritarie, anche cattoliche, danno un contributo prezioso al nostro piano educativo. Le famiglie lo sanno. Il resto è disinformazione e ideologia. Da entrambe le parti.Ormai al referendum ci siamo arrivati. Dopo cosa si fa?Si ricomincerà a lavorare per migliorare il sistema scuola dell’infanzia bolognese, cercando di farci aiutare da chi può farlo, cioè lo stato. Dobbiamo renderci conto che in questo momento di grave crisi economica i soldi scarseggiano e sarà durissima convincere lo stato a farci arrivare i fondi in più che ci servono. Figuriamoci se non ci fosse il sistema integrato.Vien da chiedersi se Bologna, tanto orgogliosa delle sue scuole, non abbia preteso troppo dalle sue casse...Sì. Forse siamo stati troppo superbi noi. E adesso ne paghiamo le conseguenze. Un conto molto salato. Spero solo non si alzi ancora di più.

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