Quasi
duemila prostitute, una su tre romena o nigeriana,
sempre di più le minorenni. È il bilancio delle cinque
unità di strada che, nel 2015, hanno fotografato la situazione della prostituzione a
Milano e provincia. Un numero che è solo «la punta dell’iceberg di un fenomeno che non è sempre visibile», come ha detto bene
Valerio Pedroni, coordinatore dei servizi per le fragilità sociali della
Fondazione Somaschi, riferendosi alla prostituzione negli appartamenti, nei centri massaggi e nel web, dove su migliaia di siti e forum di appuntamenti le prestazioni delle donne vengono commentate e recensite, esattamente come si farebbe con prodotti da acquistare e senza alcuna preoccupazione per la loro dignità personale.Veniamo ai dettagli. Stando ai dati emersi nell’ambito dell’audizione in commissione Politiche sociali a Palazzo Marino, le donne vittime di tratta, incontrate sulle strade della città soltanto da alcune unità di strada, nel 2015 sono state 1.854: il 63% sono originarie dei Paesi dell’
Est Europa, il 28%
nigeriane e il 3%
sudamericane. Ma se si scende nel dettaglio delle nazionalità, il gruppo più numeroso è quello delle
romene (37%) seguito da quello delle nigeriane (28%). «Ci preoccupa la presenza sempre più massiccia di
minorenni, in particolare tra le nigeriane», ha aggiunto ancora Pedroni, aprendo un capitolo che già da mesi denunciano gli operatori sociali. Di fatto, i
trafficanti di uomini sfruttano i canali dell’immigrazione per far arrivare sempre più donne, specialmente nigeriane, da sfruttare nel
mercato della
prostituzione. E a tal proposito, è stata suor
Claudia Biondi responsabile dell’area “
Maltrattamento donna” di
Caritas Ambrosiana a citare alcuni dati dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (
Oim) riguardanti gli sbarchi di persone di nazionalità nigeriana: «Nel 2015 erano state 22mila e nel 2014 9mila – ha proseguito suor Claudia –: il 90 per cento delle donne nigeriane che arrivano in Italia sono vittime della tratta». Le unità di strada hanno anche incontrato 187 persone transessuali e 211 uomini.È stato poi sgomberato il campo da qualsiasi stereotipo, sottolineando che il 98% delle donne che si prostituiscono in strada è vittima di
violenza e sfruttamento: non c’è alcuna libera scelta. E, citando un passaggio dell’enciclica
Caritas in Veritate – quello in cui si legge che «
acquistare è sempre un atto morale, oltre che economico. C’è dunque una precisa responsabilità sociale del consumatore» – suor Claudia Biondi ha puntato l’attenzione sui clienti: «Chi si rivolge a questo mercato è connivente con la criminalità, non si può ridurre questo dato a un semplice fatto privato che riguarda solo l’intimità». Sulle oltre 2.252 persone incontrate dalle unità di strada, 1.124 erano nuove presenze. «C’è un forte
turn over – ha aggiunto Pedroni –, perché la criminalità organizzata non vuole che le ragazze si ambientino troppo in un territorio, che creino legami con i residenti o con le stesse unità di strada». Per la prosecuzione degli interventi di lotta alla tratta il
Comune ha previsto un investimento di 580mila euro. «Il nostro obiettivo è potenziare la collaborazione con le realtà attive sul territorio – ha affermato l’assessore comunale alle
Politiche sociali,
Pierfrancesco Majorino – grazie all’attuazione di nuovi progetti per combattere la schiavitù dei nostri giorni».