mercoledì 7 settembre 2016
​Il Viminale ha accettato le 5 condizioni dettate dai sindaci: diffusione in tutte le città, più voce ai sindaci, proporzionalità tra ospiti e residenti, incentivi e possibilità di lavorare per i migranti.
Profughi, piano per la ripartizione nei Comuni
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Il ministero dell'Interno vara il piano per una ripartizione "equilibrata" di richiedenti asilo in tutti i Comuni italiani: si parla di una media di 2,5 ogni mille abitanti, che scendono a 1,5 per i 15 Comuni metropolitani. L'Anci pone le sue condizioni, chiedendo di evitare che i migranti vengano "paracadutati" dal prefetto sul territorio di un comune all'insaputa del sindaco. Il piano è stato discusso al Viminale in una riunione presieduta dal ministro dell'Interno, Angelino Alfano, cui hanno partecipato - tra gli altri - il presidente dell'Anci, Piero Fassino, il capo della Polizia, Franco Gabrielli ed il capo Dipartimento libertà civili ed immigrazione del ministero, Mario Morcone. Sono 151mila i migranti attualmente ospiti del sistema d'accoglienza nazionale, un numero record. La maggior parte (115mila) è stata sistemata in strutture temporanee ed i continui sbarchi (superata quota 121mila quest'anno) rendono sempre più complicata una gestione ordinata del fenomeno. Sono tanti i sindaci che protestano perché si vedono “paracadutati” migranti sul loro territorio dai prefetti senza preavviso. Un malcontento che Fassino ha portato all'attenzione di Alfano, invocando "un salto di qualità nel sistema di accoglienza" e ponendo una serie di condizioni al ministro, la prima delle quali è proprio quella di "non ridurre i sindaci a meri destinatari di flussi decisi dalle prefetture". L'Anci ha inoltre chiesto meccanismi incentivanti per i Comuni e la possibilità di impegnare i migranti in lavori socialmente utili. La discussione è stata avviata con i responsabili del ministero, che hanno fatto presente a Fassino la difficoltà di concertare gli arrivi sul territorio quando sbarcano migliaia di persone in pochi giorni. Il piano proposto da Alfano, comunque, prende in considerazione esclusivamente i richiedenti asilo ed i rifugiati. L'obiettivo, ha sottolineato, "è quello di strutturare un sistema di accoglienza dei migranti, diffuso sull'intero territorio nazionale, che garantisca una ripartizione equilibrata" ed "auspichiamo la condivisione di tutti i sindaci su questo nuovo sistema", pensato per rispondere "in maniera flessibile ai fabbisogni di accoglienza che si potranno registrare nel corso del tempo". In media si pensa di distribuire 2,5 migranti ogni mille abitanti, differenziando i Comuni in tre classi: fino a 2.000 abitanti, con più di 2.000 abitanti e le città metropolitane. Nel primo caso il massimo dei migranti assegnati è 5; nell'ultimo si scende a 1,5 ogni mille abitanti. Fermo restando che ogni Comune può chiedere di accogliere più persone di quante glie ne spetterebbero secondo il modello messo a punto. Il pilastro del piano, ha sottolineato Alfano, è "l'adesione volontaria allo Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo), da parte dei Comuni, cui viene presentata l'alternativa tra l'entrare in un sistema ordinario e istituzionale o assistere al trasferimento di richiedenti asilo sul proprio territorio, stabilito a livello centrale sulla base di un piano nazionale di ripartizione". In altre parole, è la posizione del Viminale, il Comune che non aderisce allo Sprar non potrà lamentarsi se gli verranno assegnati quote di migranti senza concertazione.
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