giovedì 6 novembre 2014
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​Il "sorpasso" arriverà nel 2020, tra poco più di un lustro. A quella data il numero degli ultrasessantacinquenni nel mondo supererà quello dei bambini al di sotto dei 5 anni. In parole povere: ci saranno più nonni che nipoti. E se questo è uno scenario a cui siamo già abituati nel mondo occidentale, il dato è certamente sorprendente a livello planetario. La rivista The Lancet  pubblica uno studio firmato da tre esperti dell'Organizzazione mondiale della sanità (Bleard, Bormea e Chatterji, che dello studio è il coordinatore) e dall'americano Suzman, in cui si prevede che gli anziani saranno oltre il 20% del totale a metà di questo secolo: circa 2 miliardi di persone, contro gli 841 milioni di oggi. La preoccupazione dell'Oms, com'è ovvio, è sul fronte sanitario: se infatti i Paesi occidentali si sono già "tarati" sull'invecchiamento della popolazione e hanno sviluppato, chi più, chi meno, politiche sanitarie per affrontare il cambiamento, non altrettanto si può dire per i Paesi a un diverso grado di benessere. Questa è la grande sfida per i sistemi sanitari, sentenzia l'Oms. Un esempio per tutti: la demenza senile, che oggi secondo le stime affligge 44 milioni di persone, nel 2050 ne colpirà ben 135 milioni. Una delle soluzioni che l'Oms suggerisce è l'adozione progressiva della "copertura sanitaria universale". Un compito che appare arduo, se si esce dai confini dell'Europa.
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