lunedì 22 dicembre 2014
Si intitola "Lombardia, Lombardia" ed è stato presentato nell'aula del Consiglio regionale. Ora si attende il via libera definitivo dalla Regione.
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Si intitola "Lombardia, Lombardia" la prima versione dell'inno per la Regione Lombardia firmata da Mogol e messa in musica da Mario Lavezzi: i due artisti l'hanno tenuta a battesimo nell'aula del Consiglio regionale, dove è stata fatta ascoltare a tutti i consiglieri lombardi. Il testo della canzone vuole evidenziare i "valori" della Lombardia, partendo da note autobiografiche degli autori. "Mi ricordo la città, la mia Milano, senza odio per nessuno", è uno dei passaggi dell'inno che ricorda una "terrapiana e montana" fatta di "gente forte, operosa, generosa" che "senza una bugia ti dà il cuore". Anche "gente onesta" di cui fidarsi, ha scritto Mogol, che insieme a Lavezzi ha raccolto l'applauso di tutta l'aula del Pirellone, con una standing ovation, a cui non si sono associati solo i rappresentanti dei Cinque Stelle.

Soddisfatti i due artefici istituzionali del progetto musicale, il presidente della Giunta Roberto Maroni, che aveva dato l'idea iniziale a Mogol, e il presidente del Consiglio Raffaele Cattaneo, che ha poi l'ha portata a termine. La versione ascoltata questo pomeriggio è una demo, quindi un provino cantato da Lavezzi anche con Pino Mango: a questo punto, se la Regione darà l'ok definitivo, si passerà in sala d'incisione, per ufficializzare una versione dell'inno Lombarda a cui sono invitati a partecipare tutti i principali artisti del territorio. Obiettivo, essere pronti per il 29 maggio, che è festa regionale. Mogol ha descritto in Aula come è arrivato alla stesura del testo dell'inno, dopo che ne aveva parlato con Maroni. Dopo aver individuato una vecchia base musicale che lo ha "commosso", la canzone l'ha "scritta in mezzora, forse meno, di getto". Il paroliere ha ammesso anche di aver modificato la prima versione per dare un "profumo di rock", come voleva il governatore. E ha tenuto a precisare che "non è un inno di parte, non sono mai stato di parte nella mia vita". Alla fine, ha aggiunto Lavezzi, uscito "un testo lirico, che può essere cantato da tutti, una canzone molto semplice come tutte le canzoni che rimangono nella memoria". Una particolarità che piace al presidente del Consiglio lombardo. "Questo non è un inno sofisticato, ma mi auguro che si possa canticchiare per le strade", ha detto Cattaneo. "Sono soddisfatto - ha aggiunto Maroni -, non ho altri meriti se non aver incontrato Mogol e aver convinto, poi, lui e Lavezzi di farlo più rock. Perchè la Lombardia è rock". Il testo dell'inno, composto da Mogol e Lavezzi recita: "Questa storia è quella di un bambino che diceva sempre si' entusiasta di ogni cosa: era un mondo che poi fini'. Mi ricordo la citta', la mia Milano, senza odio per nessuno, e la gente silenziosa nella chiesa a pregare tutti uniti come uno. Io da qui non vado via... Lombardia, Lombardia grande terra mia... Terra piana e montana. Gente forte che è operosa, generosa senza una bugia. Ti da' il cuore, parla poco, ma dice quel che è. Tutto il mondo chiuso in una via Il suo nome: 'buona volonta''. Una strada di periferia di chi accetta e ti rida'... Di chi ha poco e resta fiducioso che poi in meglio cambiera'... Di chi lavora e vive con poesia. E se anche vado via... Lombardia, Lombardia grande terra mia... Orgogliosa, laboriosa, piena di energia, gente onesta la lombarda. Fidati perché ha un gran cuore, pensa in grande ma resta quel che è. Lombardia, Lombardia grande terra mia. Terra piana e montana. Gente forte che e' operosa, generosa, senza una bugia. Ha un gran cuore, pensa a tutti e stringe tutti a sé".

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