sabato 30 maggio 2015
Appena 19 minuti per sfiorare il tetto d'Europa a quasi 3.500 metri, nel comfort più assoluto e con un panorama mozzafiato. Ingegneria e design al servizio del turismo.
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 Appena 19 minuti per sfiorare il tetto d'Europa a quasi 3.500 metri, nel comfort più assoluto e con un panorama mozzafiato. Queste sono le nuove funivie del Monte Bianco, che oggi hanno avuto la preapertura in vista dell'inaugurazione ufficiale alla presenza del premier Matteo Renzi (tra il 22 e il 26 giugno). Ma più di ogni altra cosa parla il dito indice che un freerider francese mette sulle proprie labbra per zittire il compagno di escursione, a cui è stato chiesto un confronto tra gli impianti italiani e quelli d'Oltralpe. Già, l'ammirazione e l'entusiasmo, celati o meno, non sono mancati tra chi è salito sull'impianto. Quattro anni di lavoro inarrestabile e spesso in condizioni estreme, per un investimento da 105 milioni di euro.    L'acciaio e il vetro delle due stazioni e delle quattro cabine si inseriscono in un contesto che rimane dominato dai giganti delle Alpi, ma che ora è più accessibile: anche i diversamente abili infatti possono raggiungere Punta Helbronner (3.462 metri) dove la terrazza panoramica, dal diametro di 14 metri, in caso di necessità "si trasforma in elisuperficie", spiega Sergio Ravet, coordinatore della sicurezza del cantiere. Rispetto alla vecchia funivia, ormai dismessa per limiti di età, questa è "una nuova dimensione". "Innanzitutto - spiega la guida alpina Gianluca Marra, salito alle 7.30 sulla prima cabinovia partita - è più veloce e poi non facciamo più le scale per arrivare sul ghiacciaio". Ma anche chi la montagna la guarda soltanto, non si annoia di certo. Sia la stazione del Pavillon del Mont Frety (2.172 metri) sia quella di Punta Helbronner sono trasparenti, grazie alle amplissime vetrate. Come le cabine, che durante la corsa a 9 metri al secondo (poco più di 30 chilometri orari) ruotano su loro stesse di 360 gradi, con tanto di sottofondo musicale. Un capolavoro di ingegneria e design, che va dal pilone alto 102 metri (nel secondo tratto della funivia) ai due ristoranti (con capienza di 150 persone), alla sala conferenze-cinema (150 posti a sedere) al locale commerciale della stazione del Pavillon del Monte Frety. "Se non fosse per le vetrate, sembrerebbe di essere in un aeroporto!", si lascia scappare la ristoratrice. Un'opera complessa anche per l'adattamento di chi ha lavorato in quota. A Punta Helbronner il termometro d'inverno arriva anche a -25 gradi. "Il problema più grande? Sicuramente è il freddo!", conferma Jean Paul, operaio senegalese che ha visto nascere il cantiere, mentre con altri colleghi ultima alcuni lavori di rifinitura. "Non siamo ancora in grado di fornire tutti i servizi. La vera apertura sarà verso fine giugno", spiega l'amministratore delegato, Roberto Francesconi.
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