giovedì 8 ottobre 2015
Bielorussa, si è occupata dei principali eventi che sconvolsero l'Urss. «Amo il mondo russo, ma non quello di Putin e Stalin».
COMMENTO Un premio anche politico di Alessandro Zaccuri
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Il premier Nobel 2015 per la Letteratura è stato assegnato alla bielorussa Svetlana Aleksievic. Lo ha reso noto l'Accademia svedese, segnalando che è stata premiata la "sua polifonica scrittura nel raccontare, un monumento alla sofferenza e al coraggio dei nostri tempi". Aleksievic, è la motivazione del Nobel, "ha inventato un nuovo genere letterario. È riuscita a trascendere i formati del giornalismo e ha spinto oltre un genere che altri hanno contribuito a creare".Ai connazionali è nota soprattutto per essere stata cronista dei principali eventi dell'Unione Sovietica della seconda metà del XX secolo: dalla guerra in Afghanistan, al disastro di Černobyl, ai suicidi seguiti allo scioglimento dell'URSS. Su ognuno di questi particolari argomenti ha scritto libri, tradotti anche in varie lingue, che le sono valsi la fama internazionale e importanti riconoscimenti. Con le sue opere tradotte in molte lingue, si è fatta conoscere in tutto il mondo: La guerra non ha un volto di donna (sulle donne sovietiche al fronte nella seconda guerra mondiale: a novembre uscirà una seconda edizione interamente rivista dall'autrice), Ragazzi di zinco (sui reduci della guerra in Afghanistan), Incantati dalla morte (sui suicidi in seguito al crollo dell'URSS), Preghiera per Cernobyl (sulle vittime della tragedia nucleare).Si tratta della prima volta nella storia dei Nobel che viene premiato un genere giornalistico. Il premio, del valore di otto milioni di corone (circa 850mila euro), verrà consegnato il 10 dicembre - giorno in cui morì Alfred Nobel - a Stoccolma da Re Carlo XVI Gustavo di Svezia. L'anno scorso a vincere fu il francese Patrick Modiano.Delle vicende biografiche di Aleksievic è oggi noto soprattutto che, perseguita dal regime del presidente bielorusso Aleksandr Lukašenko, per un certo periodo è stata costretta a lasciare il Paese perché su di lei gravava l'accusa di essere un agente della Cia. È la 14esima donna a vincere il Premio Nobel.Aleksievic, saputo dell'assegnazione del Nobel, ha parlato di "gioia" e ha detto che "non è un premio per me, ma per la nostra cultura, per il nostro piccolo paese, che è stato messo nel tritacarne della storia". Aleksievic ha un pessimo rapporto con il regime del presidenteLukashenko, che domenica dovrebbe essere riconfermato in elezioni presidenziali sulla cui regolarità nessuno giurerebbe.
La scrittrice ha anche lanciato un ammonimento contro il totalitarismo. "È difficile essere una persona onesta - ha affermato -, ma non bisogna fare concessioni a un potere totalitario". Ai giornalisti ha anche detto: "Amo il mondo russo, ma non quello di Stalin e Putin", che secondo la scrittrice rappresentano il passato che non passa, quello dell'Unione sovietica attenta a reprimere il dissenso al proprio interno e imperialista in politica estera. "E non mi piace neanche l'84% dei russi che chiede che gli ucraini vengano uccisi", ha aggiunto. L'attuale capo del Cremlino, secondo Aleksievic sta mettendo in piedi un "secondoAfghanistan".
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