lunedì 30 settembre 2013
​Aperto a Milano, in un bene confiscato alla mafia, un "Social Market" destinato alle famiglie in difficoltà economiche. Si arriva su segnalazione dei Servizi sociali del Comune o delle parrocchie. Il contributo alla spesa varia in base al reddito.
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Non è richiesta alcuna abilità alla vendita per candidarsi al posto di saltuario (e volontario) commesso del "Social Market" aperto oggi a Milano in zona Loreto dall'associazione Terza Settimana. Da vendere non c'è nulla, o quasi. Sugli scaffali beni di prima necessità: pasta, olio, passata di pomodoro, latte, biscotti, zucchero; ma anche detersivi per la casa e saponi; omogeneizzati e pannolini; frutta e verdura. Il target di riferimento è la famiglia "a basso reddito", segnalata dai Servizi sociali del Comune o da enti privati, parrocchie e associazioni.Qui il carrello della spesa si riempie a prezzi scontati, o addirittura gratis. Su uno "scontrino" da 20 euro il contributo può essere parziale, di 10 o 5 euro. Soldi che andranno a finanziare altri acquisti solidali, aiutando altre famiglie in difficoltà. Il locale (non a caso) è un bene confiscato alla mafia, che vi gestiva il traffico di droga. Da spaccio di stupefacenti a spaccio alimentare.Partecipa all'iniziativa anche la Fondazione Mike Bongiorno, che ha donato un furgone per le consegne ad anziani e disabili. E gli avvocati dello studio legale Clifford Chance si sono impegnati a coprire due turni di apertura al mese.Due gli indirizzi da segnarsi: quello di posta elettronica dove inviare le proprie candidature: info@terzasettimana.org; e quello del negozio: via Leoncavallo 12, da segnalare in parrocchia e alle famiglie in stato di necessità.
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