venerdì 3 gennaio 2014
Il presidente della Repubblica scrive a don Maurizio Patriciello e gli chiede di farsi portavoce verso le famiglie colpite dagli esiti del «criminale inquinamento» della sua partecipazione al loro dolore. Lo Stato non abbasserà la guardia.
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Il grido di una madre arriva più in alto di qualsiasi azione dimostrativa. Ed «il grido accorato delle madri dei bambini» uccisi dalla Terra dei Fuochi ha turbato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ieri ha scritto a don Maurizio Patriciello una lettera accorata ma soprattutto chiara nel riconoscere che le istituzioni non hanno fatto abbastanza: «Malgrado l’impegno dispiegato dallo Stato, sono d’accordo con lei che la questione richiede ancora energie e attenzione – scrive il presidente in un passaggio fondamentale –. Sebbene il territorio colpito sia circoscritto e non esteso all’intera Campania, la serietà del fenomeno non può permettere di abbassare la guardia». Di più: «Vorrà credere nel mio costante e personale impegno a sollecitare, a tutti i livelli di governo, gli interventi necessari – assicura Napolitano – compresa la vigilanza sul buon andamento delle misure e degli investimenti da effettuarsi». La promessa si spinge anche oltre, delineando «non appena sarà possibile disporre di ulteriori risorse» un risarcimento «del danno subito dalle vittime», sulle quali evidentemente lo Stato non ha saputo vegliare e i cui diritti inalienabili (alla vita, alla salute) non ha difeso.Soddisfatto don Patriciello, che l’ultimo giorno del 2013 aveva ricevuto una telefonata dal Quirinale: «Il 31 dicembre alle ore 15 un funzionario del Colle mi ha chiamato da parte del presidente Napolitano, chiedendomi ragione del malcontento che da queste parti si avverte nei suoi confronti. Era infatti colpito dalle parole di due madri invitate due sere prima alla trasmissione "Inferno Atomico", lo speciale di "Servizio Pubblico" in onda su La7. Gli ho spiegato l’esasperazione della gente, gli ho ricordato che le madri che hanno perso i loro figli sono tante e tante di più. Gli ho anche umilmente consigliato di dedicare una riga del suo discorso di fine anno alla Terra dei Fuochi... Non so se c’era già o se è stata aggiunta all’ultimo, fatto sta che il riferimento alla nostra tragedia c’era». E ora la lettera. Un testo che è pietra miliare quando ad esempio dichiara esplicitamente il nesso di causa effetto tra «le gravi patologie tumorali dei bambini» e «il criminale inquinamento dei vostri territori». «La gente è indignata perché nel 1997, quando Carmine Schiavone confessava davanti alla Bicamerale, Napolitano era ministro dell’Interno», spiega don Patriciello, che con il capo dello Stato ha da tempo aperto un «dialogo franco e sincero», ma che sta fermamente dalla parte della sua gente nel chiedere coerenza: «O Schiavone mente quando fa nomi e cognomi di camorristi che oggi sarebbero nel cuore dello Stato, e allora lo smentiscano e non lascino più che getti le nostre madri nell’angoscia, oppure dice il vero, e allora si agisca di conseguenza». «Mi ritenga disponibile a ricevere nei prossimi giorni da lei un aggiornamento circa esigenze e istanze della popolazione», conclude Napolitano. Don Patriciello è già all’opera.

La lettera del presidente Napolitano (pdf) 

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