sabato 13 luglio 2013
Lanciato un piano d’azione in cinque punti. «Questa cultura sta producendo danni sociali devastanti – ha spiegato Simone Feder, uno dei portavoce del movimento –. Vogliamo prenderci cura del crescente disagio che coinvolge sempre più persone».
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Nasce la prima rete nazionale del movimento “No slot” contro la cultura dell’azzardo. A tenerla a battesimo, ieri sera a Milano, una cinquantina di rappresentanti di associazioni, istituzioni e movimenti che, nell’ultimo anno, hanno aderito al manifesto “No slot” lanciato dal settimanale del non profit Vita. All’incontro, promosso dal gruppo “No slot lodigiano” con la Casa del Giovane di Pavia e svoltosi nella sede dell’associazione Nocetum, hanno partecipato anche sindaci, consiglieri regionali e rappresentanti della Caritas Ambrosiana. Il gruppo di lavoro, nato in Lombardia, ha coinvolto anche esponenti di altre città, tra cui Verona, Latina e Savona. Tutti i soggetti della rete saranno collegati attraverso il portale Internet www.noslot.it, che sarà arricchito con i contributi in arrivo dai territori.«La cultura dell’azzardo – ha spiegato Simone Feder, operatore della Casa del Giovane di Pavia e tra i portavoce del movimento contro il gioco d’azzardo – sta depauperando i nostri territori, creando danni sociali devastanti. L’idea è quindi quella di mettere in rete i diversi soggetti che la contrastano, per dare a ciascun territorio gli strumenti per prendersi cura del disagio sociale. Per questa ragione abbiamo deciso di fare un passo in avanti, attivando una vera e propria rete nazionale».Gli aderenti hanno sottoscritto il “Manifesto per non stare a guardare”. Cinque le azioni concrete proposte: tutelare «la libera crescita dei nostri ragazzi»; sostenere «i commercianti e i titolari di bar» che non vogliono piegarsi alla cultura dell’azzardo; avanzare «proposte concrete per arginare» il proliferare delle sale gioco nelle città; promuovere «una mappatura delle sale da gioco sul territorio, affinché sia chiaro quanto peso e quale spazio occupano nell’economia del proprio quartiere o del proprio comune»; attivarsi per promuovere «iniziative legislative locali e nazionali che mirano a regolare e limitare l’azzardo».«Al termine di questa prima tappa del nostro comune percorso e alla vigilia di un nuovo cammino – ha proseguito Simone Feder – possiamo davvero dire che la questione del “gioco d’azzardo di massa” è stata colta da tutti come una particolare, ma non marginale angolatura da cui guardare al grande problema delle comunità. Quelle comunità nelle quali associazioni, cittadini, amministratori rivendicano un ruolo attivo, non più confinato nello spazio-tempo della delega elettorale. Per questo, la forma semplice e al tempo stesso necessaria dell’incontro ci sembra possa costituire una prima tappa importante in un processo di costruzione più ampio. Un piccolo passo per costituire insieme qualcosa di potenzialmente grande: una rete attraverso la quale condividere non solo una mobilitazione determinata da uno scopo, ma quei bisogni e saperi necessari per ridare linfa a quella socialità e a quel desiderio di senso che il gioco d’azzardo di massa rischia di minare alla base».
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