lunedì 29 giugno 2015
Due mesi fa la sua storia commosse ​l'Italia: in fin di vita, fu ordinato sacerdote in anticipo. E la sua prima benedizione fu per il Papa. I funerali martedì a Barletta.
La lettera a una mamma attraverso Avvenire
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Due mesi e mezzo fa commosse tutta l'Italia quando, ormai in fin di vita per un cancro, nella stanza della sua abitazione a Barletta fu ordinato sacerdote coronando il suo sogno. Nel primo pomeriggio di oggi Salvatore Mellone, 38 anni, è morto. I funerali saranno celebrati martedì pomeriggio, alle 16.30 dall'arcivescovo Giovanni Battista Pichierri, nella parrocchia del giovane sacerdote, la chiesa del Santissimo Crocifisso, la stessa dove, il 16 aprile scorso, migliaia di persone assistettero in diretta alla ordinazione sacerdotale.    Per Salvatore Mellone, che aveva cominciato il percorso in Seminario nel 2011, la Chiesa aveva fatto un'eccezione, comunque prevista in casi come il suo, anticipando di due anni l'ordinazione che in genere avviene dopo sei anni di Seminario. Ma era stata la telefonata che ricevette da Papa Bergoglio, due giorni prima di essere ordinato, a rendere di dominio pubblico la sua storia e il suo desiderio di diventare sacerdote nonostante la malattia.    "La prima benedizione che darai da sacerdote la impartirai a me", gli disse Papa Francesco. "Scenda sul Papa la benedizione di Dio onnipotente", furono infatti le prime parole di don Salvatore, appena ordinato.

Pur stremato dalla malattia che si era ulteriormente aggravata, don Salvatore ha continuato a celebrare l'Eucaristia nella propria abitazione, per poche persone alla volta. "Essere prete è bello”, diceva alle tantissime persone che in questi mesi sono andate a fargli visita. Nonostante la malattia, ha sempre accolto benevolmente tutti quelli che ne facevano richiesta. Tutti ha ascoltato, tutti ha confortato. Tutti, nel suo ministero, ha amato, scrive in un comunicato la diocesi di Trani-Barletta-Bisceglie. Don Salvatore era nato a Barletta il 7 marzo 1977. Giovane sempre impegnato nella vita ecclesiale, ha proseguito la sua formazione prima nella parrocchia Santa Maria degli Angeli e, successivamente, nella Parrocchia del SS. Crocifisso, dedicandosi alla formazione dei giovani. Nel 2012 entrò nel Seminario regionale di Molfetta: era uomo di preghiera, di profonda spiritualità e di grande apertura culturale. Era anche giornalista pubblicista e nel 2013 scrisse, con il compagno di seminario Vincenzo de Gregorio, "L’umanità libera sorride a Dio. Agorà e Parola" (Tau editrice), dopo la raccolta di poesie "Le scaglie intorno", scritto nel 1999 (Albatros-Il Filo). Nell'estate del 2014 a don Salvatore fu diagnosticata una neoplasia all’esofago a causa della quale si è dovuto sottoporre a terapie intensive che però non lo hanno mai distolto dal cammino di formazione al presbiterato. Nello stesso anno ha chiesto e ottenuto il nulla osta per l’ammissione all’ordine del diaconato e presbiterato, che è stata celebrata il 26 dicembre 2014 nella parrocchia del SS. Crocifisso di Barletta. Quando le condizioni di salute si aggravarono, don Salvatore espresse al suo parroco prima, don Ruggiero Caporusso, e quindi al vescovo monsignor Pichierri il desiderio di completare il suo percorso formativo. E così fu.

“Le motivazioni di Salvatore non si possono ridurre semplicemente ad un desiderio personale di diventare presbitero - si legge nel comunicato -, ma sono sostenute e avvalorate da un attento discernimento sulla chiamata, che ha sentito confermata in sé, anche nei momenti della malattia. La sofferenza gli ha fatto percepire una più profonda comunione al mistero di Cristo, per una carità a servizio delle persone più sofferenti". Don Salvatore è stato ordinato presbitero il 16 aprile nella sua abitazione.  Nell'ultimo anno don Salvatore aveva trascorso molto tempo negli ospedali e nonostante la sua lancinante sofferenza, nelle corsie ha sempre trovato il tempo e le parole giuste per rincuorare e infondere speranza. Da questa forte esperienza è nato in lui il desiderio di aiutare gli ammalati poveri, coloro che nella malattia vivono la solitudine fisica, spirituale e l'indigenza materiale. "Qui si celano i prodromi per il suo sogno che, speriamo Dio, possa vedere la luce al più presto", si legge ancora nel comunicato. Don Salvatore ha avuto anche la grande gioia di amministrare il sacramento del Battesimo alla piccola Jennifer, provvidenzialmente il nome della Venerabile Genoveffa di Foggia a cui don Salvatore negli ultimi giorni si era affidato, pregando davanti alla reliquia che gli avevano portato per l'occasione.

“Al di là del male, penultima parola, privata del suo senso atroce da Gesù Crocifisso, piagato e risorto, a Pasqua, giorno per cui siamo eredi, giorno di vocazione eterna nella gloria”. Così don Salvatore si espresse in una sua più ampia riflessione sulla condizione personale “di presbitero malato nel corpo” e pubblicata interamente sul mensile la Stadera. E proprio riferendosi alla Pasqua, nei suoi ultimi giorni, ha più volte espresso il desiderio che i suoi funerali fossero vissuti alla luce del Cristo risorto e quindi con canti di speranza e il colore liturgico bianco che richiamano la gioia, la festa, la vita.

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