venerdì 21 novembre 2014
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Domus clari Geminiani, la casa di Geminiano e di tutti i modenesi restituita alla città, restaurata e consolidata: le pietre bianche tornano a risplendere. Un lungo ciclo di lavori iniziato nel 2006 sulla cattedrale patrimonio dell'umanità Unesco si è formalmente concluso il 20 novembre. L'arcivescovo Antonio Lanfranchi, il sindaco Gian Carlo Muzzarelli, Andrea Landi, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, Carla Di Francesco, direttore regionale per i Beni culturali e paesaggistici, monsignor Giacomo Morandi, vicario generale dell’Arcidiocesi e Giuseppe Zanardi, responsabile area commerciale Modena di UniCredit hanno presentato il restauro alla città, davanti alle absidi, l'ultimo settore liberato dalle impalcature.

Una proficua sinergia: ai 6 milioni di euro messi a disposizione dalla Fondazione Crmo, 2 milioni e 750 mila per questo ciclo di interventi, e ai 950 mila euro di Unicredit, si aggiungono le risorse pubbliche del Ministero, per 860.350 euro e quelle del Comune di Modena per 550 mila euro destinati al sito Unesco nel suo complesso. "Un bene di Modena e dei modenesi, ma anche dei pellegrini - ha sottolineato il vescovo - e di chi, coinvolto dalla bellezza, compie, ammirandolo, un percorso spirituale che completa l'opera dell'artista. Nella cura del monumento una collaborazione preziosa tra diverse parti della città, che ci auguriamo possa continuare". Il Duomo di Modena non è semplicemente un edificio. È il grande libro della memoria storica e culturale di una città che, pagina dopo pagina, strato dopo strato, si è depositato nel cuore del suo centro. Un patrimonio da custodire e lasciare in eredità.

(Nelle due foto gli ultimi ponteggi e recinzioni ad essere tolti)
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