giovedì 17 marzo 2016
​Da 18 organizzazioni non governative un appello a fermare la politica dei respingimenti collettivi verso i paesi di origine.
Accordo con Ankara, Ue al bivio 
LA NORMA Impronte digitali, il governo prepara il giro di vite 
Migranti, appello delle ong: no ad accordo con Turchia
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​"La decisione di spostare sulla Turchia le responsabilità europee sui migranti significherebbe una messa in discussione dei valori comunitari e l'abbandono degli obblighi di legge fondamentali". È la denuncia che viene lanciata da Oxfam insieme ad altre 18 organizzazioni internazionali che lavorano a stretto contatto in Europa con rifugiati e migranti, in una lettera congiunta, alla vigilia del Consiglio europeo che si apre oggi a Bruxelles. "Un accordo del genere, che i leader europei potrebbero siglare già questa settimana, creerebbe un pericoloso precedente, quello di togliere ogni valore alla normativa che tutela i diritti umani", avvertono le organizzazioni che chiedono ai leader dell'Unione di rispettare i diritti fondamentali dei rifugiati. "I muri portano solamente perdita di vite umane. Dal 2014, circa 7.500 persone sono morte in mare: molti di loro erano bambini", si legge nell'appello che evidenzia come la chiusura delle frontiere europee e le restrizioni ai confini hanno drammaticamente peggiorato la crisi umanitaria che vede migranti e rifugiati costretti a vivere in condizioni disperate in Grecia, Macedonia, Serbia e Sicilia.    "La decisione di chiudere la cosiddetta rotta balcanica è arrivata all'improvviso, - afferma Elisa Bacciotti, direttrice Campagne di Oxfam Italia - l'Unione Europea ha messo da parte i suoi valori per assecondare la politica interna dei diversi stati. Tutto ciò non servirà a niente, non risolverà alla radice il dramma delle persone in fuga che cercano di arrivare in Europa. L'Ue e la Turchia dovrebbero lavorare insieme, ma le recenti proposte hanno trasformato la questione migratoria in una sorta di mercato, con le persone che vengono utilizzate come merce di scambio. Donne e bambini stanno dormendo all'aperto, al freddo, fra l'umidità e il fango mentre stanno finendo le scorte di cibo e acqua potabile e le pessime condizioni di vita hanno portato allo sviluppo di malattie come l'Epatite A".
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