venerdì 27 marzo 2015
Ultimo atto della lunga vicenda giudiziaria legata alla morte della studentessa americana a Perugia di cui sono accusati Amanda Knox e Raffaele Sollecito.
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​C​onto alla rovescia per la sentenza della Cassazione nel processo a Raffaele Sollecito e Amanda Knox per l'omicidio di Meredith Kercker: terminata l'ultima udienza, i giudici sono in camera di consiglio. Nessuna indicazione sui tempi, ma un'ora prima della lettura del verdetto i difensori dei due imputati saranno avvertiti. In mattinata l'avvocato difensore di Sollecito, Giulia Bongiorno, ne aveva sollecitato l'assoluzione paragonandolo a Forrest Gump che "si vede coinvolto in vicende spettacolari e gigantesche delle quali non si rende conto" e criticando le prove del dna contro il suo assistito: non rispettati i protocolli, non cercate tracce di altre persone. A Seattle Amanda "aspetta sulle spine" la sentenza. Meredith Kercher venne uccisa la sera del primo novembre del 2007, un mese dopo essere arrivata a Perugia per studiare storia del cinema. Accoltellata alla gola nella camera presa in affitto in una casa di via della Pergola, la stessa di Amanda Knox. Da quasi otto anni la giustizia italiana sta cercando di stabilire da chi e perché. L'unico punto fermo della vicenda giudiziaria riguarda Rudy Guede, il solo degli imputati che ha scelto il rito abbreviato ed è stato ormai definitivamente condannato a 16 anni di reclusione che sta scontando nel carcere di Viterbo. L'ivoriano ha ammesso la sua presenza nella villetta del delitto, affermando però di essere stato in bagno mentre la Kercher veniva uccisa da altre due persone. Guede ha poi sostenuto più o meno espressamente che in casa c'erano Sollecito e la Knox. Lei, originaria di Seattle, era arrivata a Perugia per studiare scrittura creativa all'Università per Stranieri. Appassionata di yoga e calcio era da poco fidanzata con Raffaele, conosciuto a un concerto di musica classica. Lui, amante tra l'altro di fumetti manga, all'epoca frequentava ingegneria informatica in cui si è laureato in carcere specializzandosi poi da libero in realtà virtuale. Le immagini di Sollecito e della Knox abbracciati davanti all'ingresso della casa di via della Pergola hanno fatto il giro del mondo. I due hanno però sempre negato di essere stati nella villetta la sera dell'omicidio. Erano invece - hanno detto più volte - a casa di Sollecito dove avrebbero dormito.Un omicidio con un movente a sfondo sessuale ha ipotizzato inizialmente l'accusa. Collocato in un quadro che ha portato all'arresto e alla condanna in primo grado dei due giovani ma anche a quella definitiva di Guede. I giudici d'appello perugini che hanno assolto i due giovani, rendendoli di nuovo liberi, con una sentenza poi però annullata dalla Cassazione e ribaltata in appello a Firenze con una nuova condanna. Per i giudici toscani fu la Knox a sferrare la coltellata mortale a Meredith colpita con un'altra lama anche da Sollecito nel corso di un'aggressione successiva a una lite alla quale prese parte anche Guede. "Non ci sono le prove per condannarli, assolveteli" sostengono ora i difensori dei due ex fidanzati. Mentre dall'Inghilterra la famiglia Kercher chiede che dopo quattro gradi di giudizio si metta la parola fine al caso dell'omicidio di quella ragazza che "amava l'Italia".
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