venerdì 8 gennaio 2016
"Niente pasti a chi non paga" è l'indicazione del sindaco, ma al rientro a scuola il cibo è stato garantito a tutti. Il Comune: molti si sono messi in regola, da lunedì si cambia.
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​Niente pranzo a chi non paga. Ma alla fine nessun bambino è rimasto (giustamente) senza cibo. La battaglia del sindaco di Corsico (hinterland milanese) Filippo Errante, da mesi sostenitore della linea dura contro i mancati pagamenti delle rette di asili nido e mense scolastiche, si è scontrata con il buon senso di presidi e insegnanti: alla ripresa della scuola dopo la lunga pausa di Natale sarebbe dovuto scattare il blocco del pasto ai bambini "morosi", ma in pratica di problemi non ce ne sono stati visto che la società che fornisce le cibarie consegna sempre un 10% di prodotti in più e che le maestre hanno usato il buon senso facendo magari porzioni più ridotte o in alcuni casi dando il proprio pasto ai piccoli. Dal Comune fanno sapere che la linea intransigente ha avuto successo e che indietro non si torna: azzerati i debiti degli asili nido, ridotte a soli 200 (su un totale di 1400 famiglie) i mancati pagamenti per le mense di materna ed elementare. Gli sportelli comunali sono stati letteramente presi d'assalto da chi voleva mettersi in regola. C'è chi ha versato in un'unica soluzione più di mille euro, segno che in realtà non aveva difficoltà a pagare, e chi invece ha accettao un piano di rateizzazione con cifre piccole ma da versare a partire da febbraio. "Giovedì e venerdì sono due giornate di verifica - ha detto il sindaco Errante - ma da lunedì faremo sul serio. Le famiglie che non pagheranno dovranno preparare direttamente il cibo per i propri figli". E già ieri qualcuno aveva infilato nella cartella del figlio un panino o era corso  a ritirarlo prima del pranzo. Una questione di principio spiega il primo cittadino e la sua logica non fa una piega: chi ha dei problemi reali lo deve segnalare ai servizi sociali, ma vanno fermati i furbi che non pagano perché sanno di poterlo fare. Presidi e insegnanti però non la pensano allo stesso modo. E di fronte alle liste di bambini "fuori legge" arrivati nelle scuole hanno reagito facendo finta di niente, aspettando che la bufera (mediatica e non solo) passi. "Le colpe dei genitori non possono ricadere sui figli" commentano.
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