martedì 11 dicembre 2012
​Un amministratore, il direttore generale e il responsabile amministrativo sono stati denunciati. La Guardia di Finanza ha congelato un milione di euro.
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Ci sono la Regione Emilia Romagna, l’agenzia di marketing turistico della Provincia di Rimini, la Camera di commercio della Riviera Adriatica e il ministero dei Beni culturali, tra gli enti pubblici che secondo la Guardia di finanza sarebbero stati raggirati dalla Fondazione che organizza ogni anno il Meeting per l’amicizia fra i popoli.Cautelativamente sono stati sequestrati all’ente e a tre dirigenti beni per un milione di euro. Gli indagati dovranno rispondere dell’accusa di aver conseguito erogazioni pubbliche indebite per un importo di almeno 310 mila euro.

"In relazione all’accusa di truffa aggravata nei confronti della Fondazione Meeting, - si legge in una nota della stessa Fondazione - desideriamo precisare che l’ipotesi di reato è per noi infondata, così come è sproporzionata la misura del sequestro preventivo della somma ipoteticamente ricevuta in modo irregolare, che oltre tutto rappresenta solo una minima parte del bilancio del Meeting. Nella sua storia ultra trentennale il Meeting ha sempre operato con la massima trasparenza e non è mai stato riscontrato alcun tipo di irregolarità nella gestione. Rispetto all’ipotesi di reato contestato siamo certi di aver operato con la massima correttezza, confortati anche da documenti in nostro possesso e già da tempo messi a disposizione nel corso delle indagini. Siamo pronti a collaborare ulteriormente con totale disponibilità per il completo accertamento della verità dei fatti"."Da notizie di stampa apprendiamo che la Fondazione Meeting avrebbe acquistato spazi pubblicitari sull’house organ di Compagnia delle Opere «fatturati il doppio della tariffa massima prevista dal listino normalmente praticato». - aggiunge un'altra nota -. Smentiamo questa circostanza poiché il Meeting ha pagato le prestazioni richieste al valore dei prezzi di listino ai quali, come di consueto, è stato applicato uno sconto".  

Secondo la Guardia di finanza i dirigenti avrebbero indotto in errore gli enti pubblici «che per legge o regolamento – spiega una nota delle Fiamme gialle – possono erogare contributi esclusivamente a manifestazioni prive di utile o avanzi di gestione», circa la sussistenza di un passivo di bilancio che ne giustificasse la sponsorizzazione. I militari hanno acquisito documentazione contabile anche «presso enti pubblici locali, regionali e ministeriali». La sezione di polizia tributaria riminese ha messo a disposizione della magistratura gli esiti investigativi riguardanti le presunte «richieste di contributi bilanci e/o rendiconti non conformi al vero, riportanti false perdite». Stando alla ricostruzione investigativa sarebbe stata usata «una società interamente controllata dalla Fondazione, deputata alla raccolta di pubblicità per la realizzazione della manifestazione» alla quale attribuire «a seconda degli anni, quote percentuali variabili di introiti pubblicitari in modo da ridimensionare i ricavi ed ottenere una perdita di bilancio». Gli acquisti di spazi pubblicitari su pubblicazioni gestite da una controllata della Compagnia delle Opere, sarebbero stati fatturati «il doppio della tariffa massima prevista dal listino normalmente praticato». Ma la Compagnia delle opere smentisce «questa circostanza poiché il Meeting – spiega una nota dell’ufficio stampa – ha pagato le prestazioni richieste al valore dei prezzi di listino ai quali, come di consueto, è stato applicato uno sconto».Le indagini hanno preso spunto da un’attività di verifica fiscale effettuata dal Nucleo di polizia tributaria riminese. «Siamo pronti a collaborare ulteriormente con totale disponibilità per il completo accertamento della verità dei fatti», assicurano dalla Fondazione. Che ribadisce: «Nella sua storia ultra trentennale il Meeting ha sempre operato con la massima trasparenza e non è mai stato riscontrato alcun tipo di irregolarità nella gestione». Peraltro, «rispetto all’ipotesi di reato contestato, siamo certi di aver operato con la massima correttezza, confortati anche da documenti in nostro possesso e già da tempo messi a disposizione nel corso delle indagini». L’inchiesta non è però arrivata al capolinea. «L’attività è ancora in corso e – lasciano prevedere gli investigatori – non si escludono ulteriori sviluppi nell’approfondimento delle indagini».

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