venerdì 15 novembre 2013
Dura presa di posizione contro il registro delle unioni civili a Roma, annunciato dal sindaco Marino e definito dal settimanale diocesano, Romasette, un «deragliamento dalla Costituzione» e « una finta priorità della politica cittadina».
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Dura presa di posizione del Vicariato di Roma contro il registro delle unioni civili a Roma, annunciato dal sindaco Marino e definito, da "Romasette.it", settimanale della diocesi, un "deragliamento dalla Costituzione". In un editoriale si legge tra l'altro che "l'iter della proposta per un registro delle unioni civili in Campidoglio è la cronaca di uno sbandamento annunciato. Un deragliamento dai principi costituzionali e dalle normative nazionali preparato con cura, nella pienaconsapevolezza dell'inutilità di un eventuale varo del registro e della sua irrilevanza giuridica". Il direttore Angelo Zema, nell'editoriale pubblicato oggi sul sito d'informazione della diocesi di Roma, ricorda comeall'inizio vi sia stata "la presentazione di proposte distinte, poi l'idea di una delibera unica per dare piùforza al provvedimento, quindi il passaggio agli uffici tecnici, infine l'annuncio mediatico prima dell'ultimo attoche verrà, l'approdo nell'assemblea capitolina". Una iniziativa legislativa che, si fa notare, si prefigge altre mete: "Così Marino afferma che 'non gli fa paura la parola 'matrimoniò fra persone dello stesso sesso" e si dice favorevole alle adozioni da parte di coppie omosessuali 'purchè sia nell'interesse del bimbo o della bimbà, "interesse - si sottolinea - non rispettato quando manca quella dualità maschio-femmina, fondamentale per una sana ed equilibrata crescita dei minori"."Insomma, il registro delle unioni civili - si conclude - sarebbe solo una bandierina da collocare sulla sommità del burrone, per il futuro della famiglia, luogo primario della trasmissione dei valori della convivenza civile (cheappartengono a tutti), verso cui conducono scelte simili. Una finta priorità della politica cittadina da concedere come tributo elettorale, da anteporre a quelle reali".
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