venerdì 1 maggio 2015
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Il fumo e l'odore acre dei 400 lacrimogeni lanciati dai reparti mobili di Polizia e Carabinieri sale al cielo nelle vie del centro di Milano messo a ferro a fuoco dai militanti del blocco nero che ancora una volta si sono infiltrati all'interno del corteo degli antagonisti, in piazza per protestare contro Expo e per una migliore "giustizia sociale".

Un serpentone di oltre 20mila persone che si è snodato dentro Milano, partendo dalla Darsena per poi raggiungere piazza Cadorna. Ma gli incidenti sono proseguiti per tutta la giornata, snaturando il percorso originario della manifestazione che solo inizialmente è stata pacifica.

In corso Magenta i black bloc, che si sono palesati nel solito modo, ovvero cambiandosi d'abito durante la manifestazione e recuperando armi, come mazze e spranghe, nascoste lungo il tracciato nei giorni precedenti hanno dato inizio all'inferno assaltando la polizia messa a protezione del centro, dove in serata andranno in scena alcuni appuntamenti importanti del cartellone degli eventi organizzati per celebrare l'apertura di Expo. Gli antagonisti hanno provato a sfondare le protezioni erette dalle forze dell'ordine ma sono stati respinti, con idranti e lacrimogeni e cacciati lungo via Boccaccio. Qui sono iniziate nuove devastazioni fino a piazzale Tommaseo. 

Una città a ferro e fuoco. Nella zona vicino a corso Vercelli sono accorsi i blindati dei carabinieri e della guardia di finanza. I negozi intanto chiudevano. Negozi devastati in via Cesare correnti. Auto alle fiamme e due esercizi commerciali in via Boccaccio. A fuoco la sede Bnl di piazza Virgilio. Ma dopo il corteo molti milanesi sono corsi in strada a pulire le deturpazioni grafiche e i danni fatti dagli antagonistiE si che tutto era cominciato nel modo giusto, slogan contro Expo, contro il capitalismo, il sistema ma tutto comunque in modo pacifico. Se non per le continue scritte che iniziavano ad imbrattare la città.Petardi, bombe carte, pietre e bastoni contro le forze dell’ordine in via Carducci e in corso Magenta dove ci sono stati gli scontri più duri. Cittadini minacciati lungo il percorso della manifestazione dagli antagonisti perché si opponevano alla follia devastatrice.

Alle 18 la Mayday Parade si è conclusa in piazza Amendola, con un annuncio degli organizzatori. Il bilancio del pomeriggio è gravissimo: la Questura informa che i fermati sono 15, mentre i feriti tra le forze dell'ordine sono 11, di cui 4 solo contusi. Decine le macchine in fiamme, i negozi e le banche con le vetrine spaccate, i muri imbrattati di scritte.

 

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