martedì 10 febbraio 2015

​Il giorno dopo la morte di 29 migranti per assideramento i testimoni raccontano i momenti drammatici del naufragio e dei soccorsi. Aperta un'inchiesta. Bagnasco: l'Europa guarda dall'altra parte. Mogherini annuncia riunione straordinaria Ue.
Il soccorso dei migranti in condizioni estreme - VIDEO
SECONDO NOI Tragedia lancinante che pesa sulla coscienza dell'intera Europa

DOSSIER Il traffico di uomini

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"È stata l'Apocalisse. Onde alte otto-nove metri, mare forza sette, con 36 nodi di vento. Gente che tentava in ogni modo di entrare nel vano macchine per ripararsi dal vento e dal gelo. E poi tutti quei migranti che morivano per il freddo, uno dopo l'altro". Ha ancora il terrore negli occhi uno degli uomini a bordo della motovedetta della Guardia costiera che, dopo oltre 26 ore di navigazione, ha raggiunto ieri sera Lampedusa, con 29 cadaveri a bordo. Gli uomini della Capitaneria di porto sono esausti, stanchi. E tristi, perché avrebbero voluto portare i profughi a Lampedusa sani e salvi. Un infermiere dell'Ordine di Malta, Salvatore Caputo, che era a bordo, ha iniziato a mandare sms ai suoi familiari perché temeva di non riuscire a tornare sulla terraferma. Un altro testimone racconta di una lite tra un gruppo di profughi che tentavano di rompere il lucchetto del vano macchine. Momenti di panico. "Mai vista nulla del genere - dicono all'unisono - Con un mare così forte è stato quasi un miracolo essere riusciti a tornare a sani e salvi a Lampedusa". Emozionati anche il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, il Prefetto Nicola Diomede, il questore di Agrigento Mario Finocchiaro, il comandante provinciale dei carabinieri Mario Mettifogo e quello della guardia di finanza Massimo Sobrà, che hanno voluto ringraziare gli uomini della Guardia costiera "per l'impegno dimostrato in questi difficilissimi momenti".Ventidue dei 29 morti erano ancora in vita quando i soccorritorili hanno raggiunti, ma il mare grosso e la lentezza delle motovedette previste da Triton sono stati mortali per i giovani bagnati anche dopo il recupero. Solo uno sarebbe morto per un trauma cranico. La Procura di Agrigento ha aperto un'inchiesta. "Il viaggio è durato tre giorni e quasi subito dopo la partenza l'acqua èentrata nel gommone perchè il mare era agitato". È questo il racconto, ancora molto parziale, che alcuni dei sopravvissuti dell'ultima strage della immigrazione nel Canale Sicilia hanno fatto al sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, andata a visitarli assieme al prefetto di Agrigento Nicola Diomede nel centro di accoglienza di contrada Imbriacola. "I superstiti sono molto stanchi e ancora choccati -ha detto Giusi Nicolini- e in queste ore sono impegnati a fare ognuno di loro una lista delle persone che si trovavano su il gommone con loro per far sì che tutte le vittime abbiamo un nome". Uno solo dei 29 morti è stato finora identificato perchè in tasca aveva un documento. Si tratta di un ivoriano di 31 anni. Tra i supersistiti - tutti uomini - ci sono anche tre minori, uno dei quali ha probabilmente dodici anni.Le 29 salme verranno imbarcate sul traghetto di linea domattina e arriveranno a Porto Empedocle in serata. Saranno distribuite nei cimiteri dei 20 Comuni della provincia di Agrigento che si sono detti disponibili ad accogliere i corpi. I sopravvissuti partiranno quasi certamente, alla volta di Porto Empedocle, giovedì mattina.  Mogherini: riunione straordinaria Ue. L'alto rappresentante Ue,Federica Mogherini, ha annunciato che "nei prossimi giorni" convocherà una riunione straordinaria per "rivedere le politicheeuropee" sull'immigrazione. "Non possiamo permettere altretragedie in mare - dice - Dobbiamo essere capaci di dare unaforte risposta politica ed operativa".

Il tweet. "Je suis morto di freddo e non sono riuscito ad approdare a Lampedusa". È quanto scrive su Twitter, parafrasando la frase francese 'Je suis Charlie Hebdo', il sindaco di Lampedusa. Nicolini scrive ancora: "Je suis morto di freddo, eppure quelli che mi avevano salvato hanno rischiato la loro vita per la mia. Sono italiani, venivano da Lampedusa", riferendosi agli uomini della Guardia costiera che hanno rischiato la vita per raggiungere i migranti a 110 miglia dall'isola.

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