giovedì 7 febbraio 2013
​Respinti due ordini del giorno di Pd e centrodestra per reintrodurre il provvedimento a favore delle famiglie.
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«Il Quoziente Parma è un metodo portato avanti dal centrodestra e dalle sue giunte per farne una strumentalizzazione ideologica e politica». Cala la maschera l’assessore al Welfare Laura Rossi sulle motivazioni che hanno portato l’amministrazione Pizzarotti a cancellare, il 26 novembre scorso, a colpi di delibera di giunta – e dunque senza confronto in aula – il sistema per rimodulare le tariffe di accesso ai servizi comunali tenendo conto dei carichi familiari e non più solo dell’Isee. Uno strumento che – a sentire le parole pronunciate dall’assessore in Consiglio il 5 febbraio – sta scontando il peccato originale di essere stato introdotto dallo stesso sindaco, Pietro Vignali, che ha portato il capoluogo ducale alla ribalta delle cronache per ben altre e poco edificanti vicende.Buttare via il bambino con l’acqua sporca non è mai saggio. Eppure nella seduta fiume che ha condotto all’approvazione del primo bilancio a 5 Stelle del Comune di Parma, la maggioranza grillina non ha lasciato spazio a un possibile cambio di rotta. Compatta ha votato contro i due ordini del giorno che chiedevano la reintroduzione del Quoziente Parma, uno presentato da Elvio Ubaldi di "Civiltà parmigiana", Roberto Ghiretti di "Parma Unita", Giuseppe Pellacini dell’Udc e Paolo Buzzi del Pdl, l’altro da Alessandro Volta del Pd: 20 "no" contro 12 "sì". E poco importa se nei 12 favorevoli sono rappresentate tutte le forze della minoranza, dai pidiellini ai Comunisti italiani.Tanto basterebbe per smontare la tesi del Quoziente Parma come misura di centrodestra. Ma così non è per l’assessore Rossi. «Dire che le famiglie soffrono perché l’abbiamo abolito – ha ribattuto – è una strumentalizzazione politica. Chi soffre è chi ha perso il lavoro o chi non riesce a pagare l’affitto o arrivare a fine mese. Per noi la sperimentazione finisce qui».«Dovete scusarvi con le famiglie che vi hanno votato fidandosi del vostro programma», ha replicato Giuseppe Bizzi del Pd, incassando dal consigliere Mauro Nuzzo un candido: «Se in campagna elettorale avevamo detto che l’avremmo mantenuto è perché non lo avevamo studiato a sufficienza». Intanto, sul sito del Comune, nelle "Linee programmatiche di mandato 2012-2017", continua a comparire la voce "Valorizzazione del Quoziente Parma". Nel documento si parla di «mantenimento e studio per la revisione delle modalità di applicazione delle agevolazioni, con tariffe da modulare in modo da renderle più aderenti alle reali possibilità delle famiglie», ma non di sospensione né tantomeno di soppressione. È questa mancanza di alternative che, trasversalmente, contestano i rappresentanti della minoranza ai 5 Stelle parmigiani. «Miglioratelo, ma non cancellatelo», il vano monito di Pellacini. «Questo "no" a prescindere – ha tuonato Volta – dimostra il vuoto propositivo della Giunta».
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