sabato 2 febbraio 2013
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​Il boom del turismo eno-gastronomico e la cucina che sbanca in Tv e in libreria. È il momento magico per le vie del gusto, con chef che fanno tendenza. Un fenomeno che – forzature e improvvisazioni a parte – arricchisce la cultura degli italiani, contribuisce a valorizzare prodotti e territori e ad affinare i palati di tutti. Così fra masterchef cotti e mangiati, ristoranti stellati e migliaia di agriturismi ecco l’Italia golosa e gustosa. L’Italia gourmet. L’Italia buona da mangiare. Ma con la sobrietà, la semplicità che la crisi impone. E la qualità conquistata in percorsi sempre più raffinati e slow. Con la riscoperta del valore delle cose buone. Così il turismo enogastronomico è il settore che più piace e si sviluppa. Con un giro d’affari che si aggira ormai sui 5 miliardi di euro e muove circa 6 milioni di turisti. Non più nicchia, insomma. Sempre più associazioni e organizzazioni ne fanno fra l’altro una bandiera legata ai territori. Pensiamo all’Associazione dei Borghi più belli d’Italia o alle Bandiere arancioni del Touring Club Italiano. E come non ricordare lo straordinario impegno profuso in questa direzione da Slow Food. O la rete di Res Tipica-Anci, l’Associazione per la promozione e la valorizzazione del patrimonio enogastronomico, artistico e culturale dei comuni, a cui aderiscono 27 associazioni di identità che associano oltre duemila amministrazioni, enti parco, strade del vino e camere di commercio. Il cibo che diventa "monumento" di un territorio. Con tanti tour quante sono le località e le tipicità, fra oltre 150 prodotti Dop, 90 Igp, 4.396 specialità tradizionali censite dalle regioni, e 477 vini Doc.Territori e cucina. Sempre più alta. Sempre più varia. Sempre più esperienziale. Un concentrato di gusto e di emozioni che si può vivere a Milano nella nona edizione di «Identità Golose» al Convention Center di via Gattamelata, dal 10 al 12 febbraio (www.identitagolose.it) con il congresso internazionale di cucina e pasticceria d’autore. La prima iniziativa a portare gli chef sul palco, contribuendo negli anni a fare della cucina il nuovo totem e ridefinendo i contorni di un mestiere che, mai come oggi, vanta interpreti tanto celebri quanto una star televisiva. Un successo che non nasconda però l’essenziale. «Noi di Identità – afferma l’ideatore, Paolo Marchi – pensiamo che sia urgente mettere al centro di ogni azione un valore troppo spesso dimenticato: il rispetto. Rispetto per la natura, per le materie prime, per i clienti e i loro soldi». L’autenticità della cucina e dei piatti. Senza «bugie» e «trucchetti». «La vera sfida – conclude l’esperto Marchi – è riuscire a generare nuovo benessere con l’agroalimentare e la buona tavola e fare in modo che sia distribuito bene, in maniera omogenea». La tavola condivisa. Che unisce. Territori e turisti. Chef e gastronauti.
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