venerdì 16 dicembre 2011
​Nuovo calo della natalità in Italia. Secondo quanto riportato dall'Annuario statistico Istat, le nascite segnano una diminuzione dai 568.857 nati nel 2009 ai 561.944 nel 2010.
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Nuovo calo della natalità registrato in Italia. Secondo quanto riportato dall'Annuario statistico Istat, le nascite segnano una diminuzione dai 568.857 nati nel 2009 ai 561.944 nel 2010. Alla fine del 2010, spiega l'istituto, l'Italia conta 60.626.442 residenti, circa 286.000 in più rispetto all'anno precedente. Questo incremento si deve al saldo attivo del movimento migratorio (+311.658 unità) che, pur in calo, neutralizza l'effetto negativo del saldo naturale (-25.544 unità).
CAPELLI GRIGI
L'Italia continua ad essere un Paese con i 'capelli grigi'. A fine 2010 un residente ogni cinque ha più di 65 anni e gli ultraottantenni sono ormai il 6% della popolazione. L'indice di vecchiaia (rapporto tra la popolazione con più di 65 anni e quella con meno di 15) raggiunge il valore di 144,5 a livello nazionale; tuttavia, mentre il processo di invecchiamento prosegue nel Mezzogiorno (che tuttavia resta la ripartizione con maggiore equilibrio fra giovani anziani), nelle altre aree del Paese si registra un lieve calo. Stabile risulta la graduatoria internazionale (dati 2009): la Germania, con un indice pari a 150,2, si conferma il paese con la struttura per età più 'vecchia', seguito da Italia (144), Grecia (131,9) e Bulgaria (129,2).
STRANIERI A QUOTA 4,5 MILIONI
Gli stranieri residenti in Italia hanno superato quota 4,5 milioni, sono il 7,5% della popolazione totale e provengono per la maggior parte dall'Unione europea (29,2%), dall'Europa centro-orientale (24%) e dall'Africa settentrionale (14,9%). Si tratta per lo più di una popolazione giovane: quasi la metà dei cittadini stranieri ha un'età compresa fra i 18 e i 39 anni, mentre oltre uno su cinque è minorenne.
STABILE LA FECONDITA'Stabile la fecondità: nel 2010 il numero medio di figli per donna si attesta a 1,41, lo stesso valore dell'anno precedente. Si conferma, quindi, l'arresto della crescita che si era avuta successivamente al 1995, anno in cui la fecondità italiana toccò il minimo (1,19 figli per donna). All'interno della Ue a 27 Paesi, Irlanda e Francia sono in cima alla graduatoria con, rispettivamente, 2,1 e 2 figli per donna, mentre l'Italia, pur posizionandosi nella parte medio-bassa della classifica, è comunque sopra Spagna (1,40), Austria (1,39), Germania (1,36) e Portogallo (1,32) e alcuni paesi dell'Est europeo (Polonia, Ungheria, Romania e Lettonia). C'è poi daconsiderare che le italiane diventano madri più tardi: 31,1 anni è l'età media al parto, il valore più alto dell'Ue27 dopo quello dell'Irlanda (31,2), contro il 29,4 del Regno Unito e il 29,9 della Francia.
CI SI SPOSA DI MENO
Nel nostro Paese, inoltre, ci si sposa sempre meno: prosegue infatti, anche nel 2010, il trend discendente della nuzialità registrato dopo la ripresa del 2007. Con oltre 13.000 matrimoni in meno celebrati (217.185), il tasso di nuzialità scende dal 3,8 al 3,6 per mille. Il matrimonio religioso resta la scelta più diffusa intutta la Penisola (63,1%): nelle regioni meridionali la percentuale sale al 77,6%, contro il 51,4% del Nord e il 55,1% del Centro.
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