sabato 12 gennaio 2013
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Nuclei familiari formati da persone dello stesso sesso. Funziona?«Molto spesso i bambini crescono in nuclei monoparentali, soprattutto formati da donne. Capita ed è capitato, per esempio quando gli uomini partivano e andavano a lavorare fuori dal paese, emigravano, e la madre doveva cercare l’appoggio e il sostengo di altre figure femminili», spiega la psicologa Maria Rita Parsi.Ma avere due mamme o due papà non ha nessuna ripercussione sullo sviluppo del bambino? Quello del padre e della madre sono ruoli di riferimento identitari. Ma non è solo questo il problema. Studi americani hanno dimostrato che chi cresce con sole donne o soli uomini non per questo diventa omosessuale. Per i bambini quel che vale è l’amore. Però è importante che le bambine trovino un punto di riferimento maschile e i maschietti uno femminile per sviluppare e indirizzare la loro ricerca di un partner quando saranno adulti. Crescere con genitori omosessuali senza avere punti di riferimento dell’altro sesso costituisce un limite.Non stiamo parlando di carenze di affetto...Affatto. Attenzione, cure e amore non sono patrimonio esclusivo delle coppie etero. Vero è, però, che quando si arriva alla fase del complesso edipico è importante avere una doppia realtà di riferimento, maschio e femmina. È fondamentale per sviluppare il cervello e la personalità. Perché i bambini abbiano uno sviluppo pieno e completo, i modelli di riferimento devono essere maschili e femminili. E non devono essere necessariamente il papà o la mamma, possono venir individuate figure esterne alla coppia. Ci tengo però a precisare una cosa. Il rapporto fondamentale e primario resta quello con la madre. Un rapporto prioritario che comincia nella vita prenatale, che è determinante al momento del parto, fondamentale nei primi attimi e nelle prime settimane di vita. Talmente importante ed essenziale che non può essere sostituito da nessun altro.
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