giovedì 15 novembre 2012
Riccardi: un grave errore impoverire il Terzo settore Olivero: a rischio molte attività a favore dei più deboli. Solleva molte perplessità il parere del Consiglio di Stato sull’applicazione dell’imposta municipale per gli enti non commerciali che, se recepito dal governo all’interno della normativa in fase di varo, porterebbe a conseguenze paradossali come la tassazione delle attività sociali svolte per i poveri.
GLI OSPITI Il non profit è una ricchezza. E non gode di favori di Maurizio Lupi, Mara Carfagna, Gabriele Toccafondi, deputati del Pdl 
LA MAPPA DEL TERZO SETTORE Le opere del gigante buono
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​Giù le mani dal Terzo settore. Sta suscitando allarme e proteste il parere del Consiglio di Stato sull’Imu per gli enti non commerciali che, se recepito dal governo all’interno della normativa in fase di varo, porterebbe a conseguenze paradossali. Ad esempio quella di vedere l’ex Ici applicata anche alle mense della Caritas o ad altri servizi di grande utilità sociale, da chiunque gestiti. Perché, come più volte ribadito anche su queste colonne, deve essere chiaro che seguendo il parere del Consiglio di Stato, ad essere cancellate non sarebbero le esenzioni riconducibili solo agli enti della Chiesa Cattolica (come qualcuno insiste a voler far credere), ma quelle di tutto il mondo del non profit (oltre 400mila organizzazioni di vario tipo, 750mila occupati, 5 milioni di volontari e servizi fruiti da 50 milioni di italiani). Esplicito il giudizio negativo del Forum delle Associazioni familiari, che tramite il suo presidente, Francesco Belletti, si chiede: «A chi interessa mettere in ginocchio il terzo settore?». Anche il ministro per la cooperazione e integrazione, Andrea Riccardi, avverte: «Penalizzare il non profit significherebbe impoverire il Paese» e «far ricadere sullo Stato i costi aggiuntivi che ne deriverebbero, qualora le organizzazioni della società civile non fossero più in grado di provvedere alle attività educative, assistenziali e sanitarie». Andrea Olivero, portavoce del Forum del terzo settore aggiunge: «Sarebbero a rischio molte attività che vanno, ad esempio, dalle mense ai dormitori, dall’assistenza ai disabili alla cura degli anziani, dalla protezione civile alla difesa del patrimonio culturale». Il Consiglio di Stato, fa notare a sua volta Belletti, «con un’interpretazione becera del concetto di libero mercato metterebbe in grave e forse letale difficoltà l’intero Terzo settore». Dunque «non è ammissibile che l’Europa frustri un capitale sociale di questa entità», anche perché attribuire «una funzione economica ad un’attività di natura socio-assistenziale e senza fini di lucro è una forzatura inaccettabile». Non regge, infatti, neanche l’accusa di "concorrenza sleale" alle imprese profit. «Non è chiaro – afferma il forum delle Associazioni familiari – una mensa della Caritas, una casa famiglia o una scuola a chi dovrebbero fare concorrenza. Forse allo Stato che in questo modo» dovrebbe far fronte «alla chiusura di migliaia di enti non profit». Intanto ambienti del commissario Ue alla concorrenza, Joaquin Almunia, fanno sapere che la Commissione analizzerà le misure contenute nel nuovo regolamento del governo italiano.​
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