sabato 10 marzo 2012
​Imparare la lingua italiana, conoscere i fondamenti della Costituzione italiana, garantire l'adempimento dell'obbligo di istruzione dei figli minori e assolvere gli obblighi fiscali e contributivi: sono gli impegni richiesti, da oggi, dallo Stato italiano ai cittadini non appartenenti agli altri Stati dell'Unione europea.
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Imparare la lingua italiana, conoscere i fondamenti della Costituzione italiana, garantire l'adempimento dell'obbligo di istruzione dei figli minori e assolvere gli obblighi fiscali e contributivi: sono gli impegni richiesti, da oggi, dallo Stato italiano ai cittadini non appartenenti agli altri Stati dell'Unione europea. È entrato infatti in vigore L'Accordo di integrazione tra lo straniero e lo Stato, un "patto" che regolamenta, con un complesso sistema "a punti" e una serie di regole, i diritti e i doveri degli immigrati ma stabilisce anche degli obblighi da parte dello Stato italiano. Quest'ultimo infatti, deve fornire ai cittadini stranieri a titolo gratuito o a condizioni particolarmente agevolate corsi di formazione linguistica e culturale e servizi di orientamento. Lo straniero, invece, è obbligato a integrarsi in Italia attraverso, innanzitutto, la conoscenza della lingua nazionale, dei principi fondamentali della Costituzione e dell'organizzazione e del funzionamento delle istituzioni pubbliche. «Negli Stati europei in cui è stato introdotto l'accordo si configura come un sostanziale strumento di integrazione, assumendo la fattispecie di contratto a prestazioni corrispettive», rileva il Viminale nella nota inviata ai prefetti. Le maggiori città italiane sono già pronte: a Milano, per esempio - precisa l'Ufficio immigrazione della Questura - i richiedenti dovranno rivolgersi agli uffici postali, dove saranno distribuiti i kit con la nuova modulistica. Le poste poi daranno loro un appuntamento entro una quindicina di giorni e quindi solo tra un paio di settimane si cominceranno ad avere i primi effetti della nuova normativa. Una parte "residuale" dipratiche, invece, passerà ancora dalla questura.  All'atto della firma dell'accordo, vengono assegnati allo straniero 16 crediti. Un mese prima della scadenza dell'accordo, che è biennale, lo Sportello unico per l'immigrazione ne avvia la verifica: l'accodo sarà adempiuto se lo straniero otterrà un punteggio pari o superiore ai 30 crediti. Se i "punti" saranno pari o inferiori a zero, lo straniero verrà espulso. I crediti vegnono decurtati in caso di condanne penali, anche non definitive e di sanzioni pecuniarie di almeno 10mila euro. I punti aumentano, invece, con la partecipazione a corsi, ilconseguimento di titoli di studio, onoreficenze, svolgimento di attività economico-imprenditoriali, scelta di un medico di base, partecipazione ad attività di volontariato, sottoscrizione di affitto o acquisto di una casa. L'Accordo è stato introdotto dal precedente Governo, ma le linee di indirizzo sono state sottoscritte nei giorni scorsi dal ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri e da quello della Cooperazione Andrea Riccardi. «La Cisl - ha spiegato oggi, Liliana Ocmin, segretario confederale del sindacato - vigilerà affinchè l'accordo siarealmente uno strumento efficace e capace di rafforzare e agevolare i processi di integrazione nel nostro Paese, senza appesantire la macchina burocratica che già oggi crea non pochi problemi a quanti, lavoratori e lavoratrici immigrati, con le loro famiglie, vogliono realmente integrarsi».
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