martedì 8 novembre 2011
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I fratelli Frega e i fratelli Cianci. Uno squadrone di sei volontari contro i danni dell’alluvione in due cognomi: «Finora, al massimo avevamo dato una mano all’organizzazione del Meeting di Rimini, ma questa qui è proprio un’altra storia». Le età vanno dai 15 ai 25 anni. Monica Frega ha le braccia stanche, ma non molla. Perché resiste tra il fango? «Perché se non si è solidali in questi momenti, se non si è d’aiuto in queste circostanze, se non ci si sente parte di una comunità proprio adesso, il nostro impegno, e la nostra testimonianza di giovani credenti, perde proprio di senso». L’adunata per loro è suonata tra i ragazzi delle parrocchie, «giusto il tempo di un giro di sms – spiega Simone – è ci siamo ritrovati tutti qui». Ovvero con gli stivali che affondano nella melma. Instancabili. In ventiquattr’ore hanno svuotato tre cantine, un garage e un negozio d’abbigliamento. La fatica si fa sentire quando c’è da liberare il gigantesco magazzino interrato di un negozio di mobili. Stefano Cianci chiama a raccolta i suoi due fratelli più piccoli, tra cui Filippo, occhi azzurri e una faccia da combina guai. C’entra qualcosa l’esperienza di fede con quello che li ha portati qui a lavorare tra gli “angeli” di Genova? Simona non ha dubbi: «Il senso di umanità, lo spirito di solidarietà – riflette – ci vengono dalle nostre scelte, dalle nostre esperienze, e sono il motore che sta spazzando via il fango».
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