venerdì 20 settembre 2013
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Da un lato una «buona cosa»: due clausole di salvaguardia che tutelano la libertà di opinione e di condotta. Dall’altra una sconfitta, e per tutti, visto che in una legge contro la discriminazione di alcuni «si finisce per discriminare altri». Alberto Gambino insegna Diritto privato all’Università europea di Roma e alla scrivania del suo studio legale si divide tra le telefonate degli amici giuristi e parlamentari: «Nelle file del Pd già ieri s’era deciso come votare – racconta –: sì all’emendamento cosiddetto Verini-Gitti, che tutelava in parte le richieste dell’anima cattolica, sì alle aggravanti previste dalla seconda parte dello stesso emendamento Verini, che invece accontentava l’ala più progressista».Professore, partiamo dal primo punto, vale a dire l’emendamento Verini-Gitti.Questa è la parte buona del voto di ieri. Sostanzialmente, rispetto all’originaria impostazione del testo di legge, si è ottenuto che i reati puniti come atti di omofobia non possano “allargarsi” alle opinioni e alle condotte che fanno leva sulla differenziazione sessuale.Può farci due esempi concreti?Per quanto riguarda le opinioni, non costituisce istigazione all’omofobia il fatto che durante un’omelia un sacerdote parli della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna. Per quanto invece riguarda le condotte, non costituisce omofobia il fatto che in una scuola paritaria o in una università cattolica si scelgano insegnanti che condividono un progetto formativo che veda nella unione eterosessuale il modello di famiglia su cui costruire la società. Anche se a dire il vero, si tratta di un paradosso.In che senso?Nel senso che è singolare che in un testo di legge si debbano trovare (e con così grande sforzo) due clausole di salvaguardia di diritti assolutamente pacifici e “di libertà”. D’altra parte paradossale è stata anche l’impostazione di questa legge, che a differenza di tutte le altre norme penali ha ribaltato i termini della questione. Mi spiego: le leggi penali mirano a limitare degli spazi di libertà e quindi, nel loro impianto, partono dal presupposto di lasciare ferme tutte le libertà individuali (opinione, espressione, associazione) salvo i casi specifici in cui quelle libertà determinino specifiche condotte criminose. Sullo sfondo delle libertà e dei diritti di ciascuno vengono individuate, per così dire, e specificate tassativamente alcune condotte che costituiscono reato. Nel caso di questa legge s’è fatto l’esatto contrario: s’è stabilito per prima cosa un reato ampio e dai confini incerti (omofobia, appunto) e poi s’è individuato e per così dire specificato che alcune libertà e diritti individuali sono preservati. Un modo legislativo di procedere totalmente capovolto. Anche perché quando parliamo di leggi penali parliamo di leggi che prevedono pene detentive e le cui fattispecie di reato vanno puntualizzate con estrema precisione, pena la loro incostituzionalità.Veniamo al secondo punto, l’ok del Parlamento alle aggravanti del reato di omofobia. Cosa ne pensa?Penso che sia un fatto grave. Intanto va spiegato che le aggravanti hanno la funzione di individuare un soggetto che merita un surplus di tutela penale: faccio l’esempio molto attuale dei femminicidi. È evidente che in questi reati sia emerso con evidenza che il soggetto “donna” sia meritevole di una maggior tutela legislativa, ecco perché si dovrebbe decidere di inasprire le pene che concernono reati perpetrati contro le donne. Tra l’altro, le aggravanti di un reato di solito vengono applicate in un clima di allarme sociale, quando cioè un fenomeno ha raggiunto dimensioni preoccupanti. Cosa che con il femminicidio sta accadendo. Tutta diversa la situazione degli omosessuali.Perché?Per quale motivo una persona dovrebbe avere maggior tutela giuridica di un’altra per il suo orientamento sessuale? Allora potremmo includere in questa tutela anche i portatori di handicap, per esempio, o i preti di periferia che combattono contro la mafia. Non si vede per quale ragione questi soggetti ugualmente degni non meritino lo stesso surplus di tutela penale. In realtà in questo modo una legge contro la discriminazione di alcuni finisce per discriminare gli altri. Senza contare che dietro questa “protezione” ottenuta per gli omosessuali, questa attribuzione di maggior dignità giuridica, c’è – e con evidenza – anche una visione del mondo che in parte è ideologica.
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