venerdì 18 dicembre 2015
​Il segretario generale della Cei solleva la questione della "carta cultura", riservata agli italiani. "Segnale bruttissimo sul piano culturale".
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Un gesto concreto, subito, senza perdersi nel mare della retorica e delle buone intenzioni. «L’anno prossimo a chi fa 18 anni lo Stato regala 500 euro da spendere in cultura. Se però sei straniero niente carta, niente bonus. Quel "benvenuto nel mondo dei maggiorenni" non è per tutti, non vale per tanti ragazzi che studiano a fianco ai giovani italiani. È un segnale bruttissimo, se la card serve a favorire l’integrazione allora non ho capito il criterio...». Parole e musica del vescovo Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, durante un convegno alla Camera sull’immigrazione come opportunità economica organizzato da Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio.Il contesto parla da sé. È la Giornata internazionale del migrante. La location è la splendida Sala Regina di Montecitorio. E la platea di studenti ispira un passo in più rispetto alla polemica politica e televisiva. Nel pomeriggio di ieri, poi, è iniziato l’esame in Aula della legge di stabilità in cui è contenuto proprio il bonus-18enni. «Cambiamolo», esorta Galatino. Poi, rivolgendosi agli studenti, quasi sfida i parlamentari: «Se non lo modificano loro, allora dividete la vostra card con un compagno di classe straniero che non l’ha avuta».Il senso è chiaro. Se, come ha detto più volte Renzi, il terrorismo si combatte con la sicurezza e la cultura, allora l’esclusione di chi non è cittadino italiano ha poco senso. E l’intero sentiment del convegno va in questa direzione, verso l’inclusione, e non l’esclusione, della «risorsa-migrante». «Non siamo invasi – dice nel saluto introduttivo la presidente della Camera Laura Boldrini –. Da noi ne sono sbarcati 140mila, in Grecia 800mila, in Libano più di un milione. Senza di loro i Paesi europei saranno spopolati e anziani».Mette carne a cuocere, Boldrini. Il tema previdenziale. Il contributo al Pil. Le rimesse. Il dramma di mamme che non vedono per anni i figli. «La paura si supera con la conoscenza, il filo spinato non può fermare la storia», è la sua esortazione. Ma il cuore del convegno è in un report preparato da Boccia mettendo insieme i dati di Istat, Viminale, Inps e servizio studi della Camera. Il deputato Pd vuole dimostrare come il saldo tra soldi versati e soldi ricevuti dagli stranieri sia positivo per oltre 3 miliardi (16,8 di tasse e contributi pagati contro 13,6 di servizi e assistenza ricevuti). Vuole dimostrare che i reati di chi è venuto da fuori scendono in assoluto e in percentuale rispetto a quelli compiuti dagli italiani (sono più o meno il 31 per cento del dato nazionale). Snocciola tabelle che registrano il raddoppio delle aziende cinesi, rumene, albanesi in una fase di calo delle imprese "autoctone".Sono i "segni più" economici. Ai quali però Galantino aggiunge, sfogliando il rapporto Caritas-Migrantes, i "segni più" sociali. «Più minori contro la denatalità, più nascite e figli, più famiglia, più studenti e scuole salvate dalla chiusura, più culture, più religioni». Indirizzi da dare ad un corpo sociale in cui viene instillata paura a dosi massicce: «Gli stranieri sono l’8,3 per cento della popolazione – aggiunge il segretario Cei –, ma secondo un recente sondaggio gli italiani percepiscono che la loro presenza arriva al 40». È la responsabilità di media e politica.Infine si torna lì, alla proposta di cambiare quel bonus che esclude invece di includere. Galantino si aspetta un colpo di coda nella manovra, Boccia promette una correzione subito dopo. Gli studenti dubbi non ne hanno: i loro compagni di classe stranieri meritano quei 500 euro. E forse sarebbe una sferzata anche al lentissimo dibattito europeo: «Che dire – allarga le braccia Galantino –. Se non riescono a decidere nemmeno di fronte ai morti in mare, non so che dire...».
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