sabato 4 aprile 2015
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​In questo momento è il cantiere più grande d’Europa. E tutto deve essere pronto e tirato a lucido per l’inaugurazione: fra poco più di 20 giorni Expo aprirà i cancelli e i 6600 operai impegnati sul cantiere sanno che non possono sgarrare. La corsa è frenetica e tutti i riflettori sono puntati su quel sito alle porte di Milano, un milione di metri quadrati spalmati tra i comuni di Rho e Pero dove si stanno completando i 53 padiglioni dei Paesi partecipanti, i 9 cluster (che raggruppano le nazioni per prodotti alimentari), le aree di servizio, il “children park”, il Padiglione zero (il primo che incontra il visitatore dopo aver varcato i cancelli) e il supermercato del futuro. In tutto oltre 80 edifici dove il ruolo da padrone lo farà il Padiglione Italia.

 

Lo spazio espositivo del Belpaese che metterà in mostra il saper fare, la bellezza dei territori e il patrimonio artistico ed enogastromico. Cinque piani per oltre 10mila metri quadri di esposizione che rischiano di arrivare al traguardo col fiato corto. Sullo spazio espositivo tricolore sono concentrate infatti le preoccupazioni maggiori. Le vicende giudiziarie ne hanno rallentato i lavori e oggi la corsa si è trasformata in una gara a cronometro dove bisogna “correre, correre, correre” ha ricordato il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, alcuni giorni fa.

Le criticità maggiori riguardano il cardo sud, quel tratto di area cioè, appartenente sempre al Padiglione Italia, dove saranno allestiti gli spazi per le Regioni e il territorio, il salone del Vino e l’edificio che ospiterà l’Unione Europea. 

Ma è corsa per tutti i padiglioni. Perché per il momento, solo quello della Repubblica Ceca è completato, all’esterno e anche negli allestimenti.

Sono in fase di completamento quelli dell’Angola, dell’Austria e della Svizzera. Più in ritardo, il Nepal, la Russia e la Turchia. 

 
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