giovedì 20 novembre 2014
​Renzi: in arrivo ddl. Chiusa l'indagine bis: l'accusa è di omicidio volontario.
ANALISI Primi in Europa per processi «ammazzati». Riforma urgente
L'arcivescovo Nosiglia: priorità riforma della giustizia
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Se è calato il sipario sul maxiprocesso Eternit per disastro ambientale, sono però in piedi altri due filoni nati dalla sua costola: uno ipotizza l'omicidio volontario per la morte di 263 lavoratori in Italia per mesiotelioma e l'atro per la morte dei dipendenti italiani dei siti produttivi all'estero. In proposito, l'avvocato Sergio Bonetti che rappresenta 400 vittime e molte associazioni di parte civile, rileva che "ieri sera la Cassazione ha in sostanza detto che il maxi processo doveva svolgersi con l'accusa di omicidio, e dunque tenderei a non escludere che il procedimento aperto con questa imputazione possa avere un esito migliore". Una cinquantina di casi di morte in più, oltre ai primi 213, saranno contestati a Stephan Schmidheiny nella inchiesta Eternit bis, dove si procede per omicidio volontario. I pm Raffaele Guariniello e Gianfranco Colace hanno comunicato oggi l'atto formale di chiusura delle indagini (che aggiorna il precedente di alcuni mesi fa). La Procura di Torino ha chiuso formalmente l'inchiesta Eternit bis: si procede per omicidio volontario continuato.​ Ci sono poi altre due inchieste aperte a Torino per il caso Eternit. Un procedimento si riferisce agli italiani deceduti dopo aver lavorato negli stabilimenti Eternit in Svizzera e Brasile. Il secondo fascicolo riguarda l'amiantifera di Balangero, nel Torinese, la più grande cava d'amianto d'Europa: uno studio epidemiologico ha messo in evidenza 214 casi di morte e qui Schmidheiny è indagato perché la struttura entrò per qualche tempo nella galassia Eternit. Ieri la Cassazione ha seppellito con la prescrizione - maturata già prima della conclusione del primo grado - il reato di disastro ambientale doloso con il quale la Procura di Torino aveva mandato sotto processo il magnate elvetico Stephan Schmidheiny e la Corte di Appello, il 3 giugno del 2013, lo aveva condannato a 18 anni di reclusione e a pagare 89 milioni di euro di indennizzi. Oltre mille persone, che erano respirato le polveri letali negli stabilimenti italiani dell'Eternit, nel ventennio tra il 1966 e il 1986, si erano costituite parte civile. La Cassazione: sentenza era su disastro ambientale, non sui morti. L'oggetto del processo Eternit svoltosi ieri in Cassazione "era esclusivamente l'esistenza o meno del disastro ambientale, la cui sussistenza è stata affermata dalla Corte che ha dovuto, però, prendere atto dell'avvenuta prescrizione del reato", avvenuta nel 1986 con la chiusura degli stabilimenti". Così in una nota la Cassazione è intervenuta sulla prescrizione. Il processo Eternit svoltosi ieri inCassazione si occupato solo del disastro ambientale, "non erano,quindi, oggetto del giudizio i singoli episodi di morti e patologie sopravvenute, dei quali la Corte non si è occupata".Renzi: stop all'incubo prescrizione. Intanto sulla clamorosa svolta giudiziaria è intervenuto stamattina il premier Matteo Renzi sottolineando che la prescrizione è un incubo, e va cambiata. "Cambieremo i tempi del processo e le regole del gioco della prescrizione" ha detto intervistato da Rtl 102,5. "Da cittadino italiano mi colpisce e mi fanno venire un pò di brividi le interviste ai familiari, a vedove e figlie che mostrano una dignità straordinaria perchè credono nella giustizia più di quanto a volta fa un servitore dello Stato. E continuano a combattere, con l'idea di aggrapparsi al tema della giustizia come etica del Paese" ha proseguito. Dal punto di vista del merito, ha detto Renzi, "o quella vicenda non è un reato, o se è un reato ma è prescritto bisogna cambiare le regole del gioco sulla prescrizione. Ci sono dei dolori che non hanno tempo. Dobbiamo far in modo che i processi siano più veloci, e dobbiamo cambiare la prescrizione".

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