martedì 10 dicembre 2013
Fides et Labor, il progetto della diocesi di Carpi per aiutare  under 25 e chi ha perso il lavoro.
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Francesco Cavina si è dato un obiettivo, quello di assegnare il primo prestito Fides et Labor entro Natale. Il vescovo di Carpi ha fortissimamente voluto questo progetto di finanza sociale fin da quando si è insediato, nel novembre 2011, ma sa quanto siano provati i carpigiani. Anni di crisi, poi il terremoto, le famiglie hanno perso la speranza e i ragazzi sognano di emigrare dalle Terre d’Argine: «Già dopo la scuola superiore, quando non hanno ancora una formazione completa» come rivela Giuseppe Torluccio, presidente del consiglio etico di Fides et Labor e professore di tecnica bancaria all’Università di Bologna. Del resto, se nell’estate del 2011, quindi in piena crisi ma ben prima del sisma che ha devastato le terre modenesi, Carpi aveva già conquistato la maglia nera della disoccupazione giovanile (con la forza lavoro under 30 in calo dal 22,4 al 18,8%, dato Cna), dopo le scosse del 29 e 31 maggio 2012 la situazione non è migliorata e l’iniziativa del vescovo di Carpi, presentata ieri mattina in Seminario, vuole dare una scossa alla ricostruzione morale di queste terre. La mossa è di una semplicità disarmante: non c’è lavoro per i giovani e le banche non fanno credito a chi non dà garanzie? La Chiesa mette mano al portafoglio «chiedendo altre garanzie», come ha spiegato il presule, aggiungendo che il prestito sarà erogato sia ai giovani che «a persone di mezz’età che hanno perso il lavoro e possono credere di aver perso con il lavoro la dignità». Si parte con 300mila euro. I primi centomila sono un dono di papa Benedetto XVI, fatto in occasione della visita sui luoghi del sisma. Gli altri sono arrivati da privati che hanno voluto aiutare il vescovo in questa operazione «che non va confusa - come ha spiegato il vicario generale monsignor Carlo Malavasi, testimoniando l’entusiasmo di tutta la diocesi per quest’iniziativa - con un fido a chi si trova nel bisogno». Fides et Labor agirà come un incubatore d’impresa, perché affiancherà i richiedenti nella valutazione dell’iniziativa che intendono lanciare e negli step successivi. Il fondo garantirà un prestito massimo di 10mila euro da restituire in 60 mesi: «Non chiederemo interessi e la restituzione del capitale dovrà avvenire in tempi "umanissimi" ma dovrà avvenire, perché il fondo torni a rimpinguarsi» ha chiarito Paolo Ranieri, fiduciario economico vescovile. Organizzativamente, sarà l’associazione artigiana Lapam a studiare le domande e ad accompagnare i neo-imprenditori, in collaborazione con la Banca Popolare dell’Emilia Romagna. «È un progetto innovativo, che va oltre il microcredito» ha ammesso Stefano Cestari di Lapam, che è anche vicepresidente del consiglio etico. Il target del progetto sono i giovani disoccupati, «ma anche il calzolaio che dovrebbe chiudere se non trovasse un prestito di qualche migliaio di euro e che con il nostro aiuto farà ripartire la propria attività».Fides et Labor è anche uno stimolo al sistema del credito e Torluccio non l’ha taciuto: «I criteri di erogazione dei prestiti sono sempre più selettivi e regolamentazioni come Basilea 2 e 3, volendo creare stabilità, hanno creato una rigidità per cui un sempre maggior numero di persone si trova escluso dalla possibilità di accesso al credito». Fides et Labor, al contrario, ripropone il valore delle garanzie «reputazionali». «Ci ribelliamo a un mondo senza speranza - ha detto il docente - per infondere nei giovani il coraggio e la voglia di fare bene, mentre sembra avanzare la rassegnazione e l’apatia». Un modello? I ragazzi di Radio 5.9 l’emittente nata sulle macerie del sisma e che Cavina ha additato come "ispiratori" del fondo: «ragazzi così meritano di essere aiutati» ha commentato.La Banca Popolare dell’Emilia Romagna per ora è partner tecnico, tuttavia non esclude, come è stato detto, di rimodulare la propria offerta di microcredito sulla base di quest’esperienza. Tecnicamente, i fondi erogati ai richiedenti resteranno di proprietà dell’istituto di credito mentre il fondo agirà come una garanzia nel caso in cui non fosse onorato l’impegno di restituire la somma prestata. Ma Ermanno Ruozzi, responsabile dell’area carpigiana per Bper, è pronto a giurare che «ci sarà una elevata percentuale di rimborso».
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