giovedì 6 marzo 2014
Uno studio Onu denuncia la carenza di politiche per debellare la tossicodipendenza fin dall’inizio. E la diffusione di nuove sostanze illecite.
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Un tossicodipendente su sei (circa 4,5 milioni a livello mondiale), riceve i trattamenti riabilitativi ad un costo globale annuale di 35 miliardi di dollari. In media, 7mila euro per ciascuna persona in cura. Basterebbe investire di più nella prevenzione per diminuire di dieci volte questo pesante conto socio-sanitario, di cui peraltro beneficiano solo il 15% dei tossicodipendenti. Lo sostiene il secondo il Rapporto annuale del Comitato Internazionale per il Controllo dei Narcotici (INCB), costituito presso la sede Onu di Vienna.L’eroina, la cannabis e la cocaina sono le droghe più usate dalle persone che decidono di intraprendere un trattamento per disintossicarsi. Secondo Raymond Yans, presidente di Incb, «gli investimenti in prevenzione e assistenza sono fondamentali perché portano a ingenti risparmi nella sanità pubblica e nei costi legati a problemi di criminalità, alleviando inoltre le sofferenze dei tossicodipendenti e delle loro famiglie».A conti fatti per ogni euro speso nella prevenzione, i governi possono risparmiane dieci in costi futuri: dall’ordine pubblico, alle spese sanitarie, alle ricadute socioeconomiche del narcotraffico.Ma anche in questo campo le distanze tra i continenti sono abissali. In Africa solo un tossicomane su diciotto accede a un qualche trattamento saitario. In America Latina, Caraibi e Sud-est asiatico si scende a uno su undici. In Nordamerica uno su tre, con parametri analoghi all’Europa.«Una questione di primaria importanza in Europa ma non solo, anche in altre zone del mondo, compresi i paesi in via di sviluppo è l’aumento senza precedenti in numero e varietà, delle cosiddette nuove sostanze psicoattive», denunciano dalle Nazioni Unite. Stupefacenti mascherati da sali da bagno, droghe legali e perfino fertilizzanti.La commissione di esperti sulla tossicodipendenza dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), entro tre mesi presenterà una ricerca su venti nuove sostanze, alcune delle quali erroneamente ritenute «droghe leggere». E proprio la coltivazione illegale di piante di canapa, in abitazione private e in grandi piantagioni, sta aumentando in Europa, grazie anche alla vendita attraverso internet di semi e attrezzature.La produzione illegale di marijuana su larga scala è gestita soprattutto dalla criminalità organizzata, «anche se in alcuni paesi, come il Regno Unito c’è una tendenza verso tanti piccoli produttori illegali». Nell’Europa centro-occidentale «la cannabis è inoltre la droga di cui più spesso viene dichiarato l’uso tra i tossicodipendenti in cura per la prima volta. In Europa sud orientale, dove stanno avendo un forte impatto, le nuove sostanze stupefacenti sono un fenomeno emergente». Anche se queste sostanze vengono principalmente trasportate dall’Asia per poi essere lavorate, confezionate e distribuite in Europa, «recenti segnali mostrano una piccola produzione anche nel continente europeo».La rotta dei Balcani rimane la via più usata dai trafficanti di droga nella subregione anche se lo scorso anno è diminuita la quantità di eroina trafficata. I canali del commercio di cocaina verso il Vecchio Continente sono diversificati: attraverso i paesi Baltici o lungo la rotta dei Balcani, con un recente aumento del traffico attraverso i porti del Mar Nero.Ma è la corruzione il grande alleato dei narcos. I giganteschi profitti che derivano dal mercato della droga spesso superano le risorse finanziarie degli Stati. E non è un caso che sia stato riscontrato un incremento generale del traffico di oppiacei attraverso l’Africa, oramai ritenuta come la più grande base logistica verso i mercati europei. «Nell’Africa Occidentale è in aumento il quantitativo di eroina in transito, verso la principale destinazione che è l’Europa ma anche verso l’Africa del sud. Si prevede – sostengono dall’Incb – un possibile aumento nella domanda di cocaina anche se l’abuso di cannabis continua ad essere elevato, arrivando quasi al doppio della media globale». Tanto che le organizzazioni criminali a capo degli imperi del narcotraffico sono in alcuni casi diventate forze politiche con autorità e potere pari alle istituzioni legittime. «Inoltre, le stesse autorità impegnate nel controllo e nella repressione del traffico di stupefacenti sono corrotte; spesso gli ufficiali di polizia e di giustizia che operano in questo settore subiscono forti pressioni da parte della criminalità organizzata».Ma l’abuso di droga ha anche ripercussioni ambientali. La deforestazione e la perdita biodiversità sono le conseguenze di coltivazione illecita di coca e papavero da oppio, come la perdita di terreni agricoli normalmente dedicato a usi produttivi.
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