giovedì 10 settembre 2015
Tra gli studenti, il “gioco” riguarda il 49,4%. Il 3,2% è malato. Quadro preoccupante dalla Relazione al Parlamento: nel 2014 sequestri cresciuti dell’111% Superate le 152 tonnellate.
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​Cresce il mercato delle droghe ma è anche un’altra “dipendenza” a preoccupare, quella da azzardo. Soprattutto quella tra i minori che, per legge, non dovrebbero “giocare”. Due gravi fenomeni strettamente collegati, perché spesso tra i giovani giocatori c’è una correlazione con l’assunzione di sostanze e di alcol. È quanto emerge dalla “Relazione annuale al Parlamento 2015 sullo stato delle tossicodipendenze in Italia” predisposta dal Dipartimento politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei ministri. E i dati sono estremamente preoccupanti a partire da quello dei sequestri di sostanze stupefacenti operati dalle forze dell’ordine che nel 2014 sono cresciuti del 111%, arrivando a oltre 152 tonnellate. Un dato che è però frutto soprattutto di un anno record per i sequestri di cannabis, a conferma di un mercato in piena salute. La marijuana sequestrata è infatti aumentata del 15,93% e l’hashish addirittura del 211,3%. Cresce anche l’eroina del 5,3%, a conferma di un ritorno del consumo di questa sostanza, mentre calano i sequestri di cocaina, scesi del 21,9% anche se la sostanza resta quella che più arricchisce i clan. Contrastanti i dati sulle droghe sintetiche: nel 2014 si è registrato un calo del 56,3% del quantitativo sequestrato (appena 42 chili), mentre aumenta del 23,9% in termini di dosi intercettate, più di 9mila.Nel 2014 le operazioni antidroga sono state 19.449, con un decremento rispetto al 2013 pari all’11,47%. «Tale sensibile riduzione – denuncia il Dipartimento – potrebbe trovare ragionevole spiegazione nel susseguirsi degli interventi sulla disciplina normativa in materia di sostanze stupefacenti e, in particolare, nelle modifiche operate nel 2014 sul quadro sanzionatorio penale e amministrativo. Tale repentina evoluzione del contesto normativo può aver rappresentato un verosimile fattore di regressione, ancorché temporaneo, lungo la strada della certezza operativa, soprattutto nel contesto dell’azione di contrasto al fenomeno del cosiddetto “piccolo spaccio”». Analisi confermata dalla denuncia di 29.474 (-13,25%) soggetti, dei quali 10.585 stranieri (-9,55%) e 1.041 minori (-18,35%). Unico elemento positivo è il decremento dei morti pari al 10,32%.Ma a preoccupare, come detto, è l’azzardo. Secondo la Relazione negli ultimi 12 mesi il 54% degli italiani ha “giocato” almeno una volta. Più incerto il dato delle dipendenze ma i numeri sicuramente inquietano, come spiega la Relazione. «La stima dei giocatori d’azzardo “problematici” (cioè di coloro che giocano frequentemente investendo anche discrete somme di denaro ma che non hanno ancora sviluppato una vera e propria dipendenza patologica pur essendo a forte rischio evolutivo) varia dall’1,3% al 3,8% della popolazione (da 767mila a 2milioni e 296mila italiani adulti) mentre la stima dei giocatori d’azzardo “patologici” (cioè con una vera e propria malattia che si manifesta con una dipendenza patologica incontrollabile) varia dallo 0,5% al 2,2% (da 302mila a 1 milione e 329mila)». Malati che arricchiscono il mercato. «Da alcune osservazioni – segnala il Dipartimento – emergerebbe che il 60% degli introiti totali da gioco (almeno per quanto riguarda le slot machine) sarebbero alimentati proprio da questa quota minoritaria di giocatori patologici più vulnerabili».Ancor più grave il dato relativo ai minorenni. Nella popolazione studentesca (15-19 anni), la pratica del gioco d’azzardo arriva al 49,4%. Questa popolazione è composta da una quota di giocatori sociali (39%), da giocatori problematici (7,2%) e da giocatori patologici (3,2%). Dipendenti non solo da azzardo. «Una interessante anche se preoccupante associazione – si legge ancora – è stata trovata tra frequenza della pratica del gioco d’azzardo e consumo di sostanze che evidenzia una correlazione lineare tra le due condizioni sia nella popolazione giovanile (15-19 anni) sia in quella generale (15-64 anni)». In particolare gli studenti giocatori problematici «evidenziano associazioni positive con aver fatto binge drinking (bere 5 o più unità alcoliche in un tempo ristretto), con essere un fumatore quotidiano di sigarette, aver assunto almeno una volta sostanze psicoattive “sconosciute”, così come aver consumato nell’ultimo anno almeno una sostanza illegale e/o essere un frequent user di cannabis (20 o piu volte nell’ultimo mese)».
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