venerdì 19 dicembre 2014

Dei 19 imputati, ex dirigenti e tecnici della Montedison, nessuno è stato giudicato colpevole del disastro ecologico in Abruzzo.
Fare in fretta perché chi inquini paghi di Antonio Maria Mira

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Tutti assolti i 19 imputati nel processo in Corte d'assise di Chieti, per la vicenda delle cosiddette discariche dei veleni della Montedison, scoperte a Bussi sul Tirino, in Abruzzo nel 2007. Per essere esatti sono stati assolti dal reato di avvelenamento delle acque, mentre per quanto riguarda l'altro capo di imputazione, il disastro ambientale, la Corte ha derubricato il reato in disastro colposo e gli imputati hanno potuto trarre beneficio dalla sopraggiunta prescrizione. La Camera di Consiglio che ha emesso la sentenza sulla "megadiscarica di Bussi" è durata 5 ore e le motivazioni verranno depositate entro 45 giorni. I pm avevano chiesto condanne che andavano dai 12 anni e 8 mesi ai 4 anni. Sul banco degli accusati erano finiti ex dirigenti e tecnici dell'allora Montedison. Immediate le reazioni, soprattutto negative, alla sentenza. La Regione Abruzzo annuncia una richiesta danni in sede civile. "Il fatto che sia stato riconosciuto il disastro colposo - dice il governatore della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso -, legittima per la Regione il proposito di attivare una causa civile per il risarcimento dei danni da parte di chi ha ridotto le acque e le terre dell'Abruzzo in queste condizioni". In aula, a seguire il processo, c'era anche Salvatore La Gatta, il sindaco di Bussi sul Tirino. "Mi auguro ora - ha detto La Gatta - che come per la vicenda dell'amianto cresca lo sdegno della pubblica opinione". E si è detto preoccupato anche per il ricorso che pende davanti al Consiglio di Stato a opera della Montedison contro il ministero dell'Ambiente che grazie alla sentenza del Tar aveva obbligato l'azienda a bonificare il sito entro 30 giorni dalla sentenza. "Non vorrei che questa sentenza in Assise possa pesare sul Consiglio di Stato, l'udienza è prevista il prossimo 4 gennaio". "Il disastro ce l'abbiamo, esiste, e ce lo teniamo". È questa l'amara conclusione di Augusto De Sanctis, referente del Forum Acque Abruzzo, e storico protagonista delle associazioni ambientaliste per il processo sulla megadiscarica di Bussi. De Sanctis, nel commentare la sentenza spiega che "non ci sono colpevoli pur di fronte all'acqua avvelenata e a un disastro accertato". Inoltre De Sanctis mostra quello che ritiene il paradosso della vicenda, chiedendo "a questo punto riapertura dei pozzi Sant'Angelo, a valle della megadiscarica, che furono chiusi nel 2007 e che ancora oggi inquinano, considerato che non c'è stato reato".
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