giovedì 22 gennaio 2015
L'indagine a Corigliano Calabro. La donna avrebbe inventato un incidente stradale per simulare un parto prematuro. Il bambino, nato vitale alle 24esima settimana, è stato lasciato morire.
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​Una truffa alle assicurazioni che ha dell'incredibile, tanto cruenta e orribile è la modalità, che ha implicato l'infanticidio di un bambino alla 24esima settimana di gestazione, nato peraltro vitale e lasciato morire senza assistenza.È quanto emerge dalle indagini della Polizia e della Guardia di finanza di Cosenza. Per questa terribile vicenda sono stati disposti gli arrestidomiciliari per infanticidio nei confronti della mamma del bambino, una donna di 37 anni di Corigliano Calabro; un medico di 57 anni dell'ospedale della stessa cittadina ed altre due persone.I fatti. Nel 2012 la donna, mentre era incinta tra la 24/a e la 28/a settimana, ha simulato un incidente stradale e si è presentata al pronto soccorso denunciando che l'urto le avrebbe provocato la nascita prematura del bimbo. In realtà, secondo gli investigatori, la donna, con il suo consenso, è stata indotta a partorire prematuramente con la tecnica del "pinzamento". Nonostante il bambino fosse nato vivo, arrivato in ospedale non gli sarebbero state fornite le cure necessarie e sarebbe stato lasciato morire grazie alla complicità del medico del Pronto soccorso di Corigliano Calabro. Una volta riscosso l'indennizzo, medici e pazienti si sarebbero divisi i soldi del risarcimento ottenuto dall'assicurazione. Il dirigente della sezione di polizia stradale di Cosenza, Domenico Provenzano, nella conferenza stampa ha illustrato i particolaridell'operazione e ha detto che "sarebbe bastata una boccata diossigeno e il bimbo oggi sarebbe vivo".Ma non è finita qui: dalle indagini emergono altri casi di aborto a scopo di aumentare il risarcimento dei danni sui quali gli investigatori stanno cercando di fare chiarezza.
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