sabato 5 dicembre 2015
​A Napoli ai sacerdoti della città, che hanno partecipato alla manifestazione "Un popolo in cammino", si sono affiancate anche delegazioni di studenti.
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In duemila "in cammino" per dire no alla camorra e non solo. Anche per chiedere, sollecitare interventi per le politiche sociali, per il lavoro, la sicurezza e per la scuola. Alcune centinaia di studenti, in rappresentanza di diversi istituti scolastici napoletani, e cittadini si sono affiancati ai tanti parroci, provenienti dalla periferia e dal centro storico, che hanno sfilato lungo le strade cittadine. L'iniziativa promossa da  "Un popolo in cammino", tra gli altri ha visto anche la partecipazione del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, defilato rispetto la testa del corteo. "Quando qualcuno dice che la capitale morale è altrove - sostiene il primo cittadino - io penso che in questo momento Napoli sta scrivendo pagine di questione morale serie. Questo significa che non sappiamo che c'è camorra, sopraffazione, violenza, paura". A chi cerca di inculcare qui, come altrove, la strategia del terrore, "Napoli mette in atto la cultura della pace, del dialogo, dell'accoglienza, della legalità", conclude. Presenti anche il padre e gli amici di Genny Cesarano, il diciassettenne ucciso alla Sanità lo scorso 6 settembre in un agguato, Antonella Leardi, la mamma di Ciro Esposito, morto in seguito agli scontri avvenuti a Roma, prima della finale di calcio di Coppa Italia del 2014. Ad aprire il corteo, partito poco dopo le 10.30 e conclusosi alle 13 in piazza del Plebiscito, davanti al Palazzo della Prefettura, è stato uno striscione con la scritta "Un popolo in cammino per la giustizia sociale contro le camorre". Prima di partire gli organizzatori hanno chiesto ad alcuni manifestanti di evitare di esporre striscioni come quello con la scritta 'Potere al popolò e di marciare con bandiere rosse. In pratica, il corteo è risultato diviso in tre parti: davanti c'erano le associazioni cattoliche con alcuni parroci e l'associazione dei disabili 'Tutti a scuolà; in mezzo studenti, insieme ai centri sociali, dietro rappresentanti delle istituzioni politiche. L'obiettivo degli organizzatori era consegnare una lettera-documento al prefetto di Napoli per chiedere "più scuola, più sicurezza e più diritti". Una richiesta rivolta direttamente al presidente del consiglio Matteo Renzi. "Innanzitutto chiediamo - spiega padre Vincenzo Liardi, del Decanato San Giovanni-Barra-Ponticelli - l'apertura delle scuole a tempo pieno, una maggiore sicurezza in strada attraverso anche normali strumenti di prevenzione; ed infine, un'attenzione ai giovani e ai minori creando per loro nuove e inedite possibilità di lavoro". "Il corteo non riguarda in particolare la vicenda di Genny Cesarano (il diciassettenne ucciso dalla camorra a settembre ndr) - aggiunge Antonio Loffredo, parroco del rione Sanità - anche se, naturalmente, si attende che i responsabili siano assicurati alla giustizia ma è sintetizzata dalle richieste che rivolgiamo al governo sul lavoro, sulla scuola e sulla sicurezza".

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