giovedì 25 febbraio 2016
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“Non occorre essere dei letterati per comprendere il linguaggio universale di Giuseppe Ungaretti. È un poeta che parla a tutti, anche ai giovani di oggi, che non conoscono la guerra ma vivono altre trincee e la paura del terrorismo…”. Con queste parole Alessia, studentessa di Viterbo, spiega il successo della XV edizione dei Colloqui Fiorentini, maratona letteraria di tre giorni (da oggi a sabato) che ha richiamato a Firenze oltre tremila studenti di 250 scuole superiori da tutta Italia. Scuole nell’80% dei casi statali.
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Titolo, “Quel nulla d’inesauribile segreto”… “Abbiamo iniziato 15 anni fa con Montale – spiega Gilberto Baroni, ideatore dell’iniziativa, che è organizzata da Diesse Firenze e Toscana, centro per la formazione nato in senso a Comunione e Liberazione, assieme al ministero dell’Istruzione -, proseguimmo l’anno dopo con Ungaretti, che ora abbiamo deciso di affrontare nuovamente, non solo perché nel 2016 cade il centenario della sua più famosa raccolta di poesie dalla trincea durante la Prima guerra mondiale, ma anche perché il suo linguaggio poetico, scarno, efficace, direi carsico, raggiunge in modo particolare la sensibilità dei giovani”.

Il risultato in effetti sono questi tremila ragazzi e il lavoro preparatorio già svolto in classe i mesi scorsi con i loro docenti. Gli elaborati migliori saranno premiati nella giornata di sabato. A sorpresa, seduto in prima fila, ben mimetizzato tra gli studenti, all’inaugurazione oggi si è presentato anche il sindaco della città, Dario Nardella, che ha seguito le lezioni del mattino: “Ungaretti ha vissuto e raccontato l’orrore della Grande guerra, ma anche la sua illusione che proprio un conflitto possa essere la via per generare la pace – ci ha detto -. Per questo è una voce che i giovani devono ascoltare e sono fiero che il messaggio venga dalla nostra città, capace da 15 anni di fare vera cultura e affascinare gli studenti, grazie all’iniziativa incredibile di Diesse”.
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Studenti ed esperti sondano in profondità l’animo di Ungaretti, rileggendo sotto nuova luce celeberrimi versi, che raccontano della fragilità umana (“Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”), ma anche della fratellanza persino nell’orrore della guerra (“Di che reggimento siete fratelli?...”), dell’ansia del trascendente (“Perché bramo Dio?”) e dell’approdo finale (“Il Tuo cuore è la sede appassionata dell’amore non vano”). Oggi hanno parlato lo storico Andrea Caspani (leggi intervista) e la docente della Cattolica di Brescia, Alessandra Giappi. I prossimi giorni toccherà ai due poeti e critici Davide Rondoni e Silvio Ramat, al docenti Pietro Baroni e, in chiusura, a Gilberto Baroni, che annuncerà l’autore scelto per la prossima edizione.
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