Reggio Calabria, anno del Signore 2016:
a una bimba di 23 mesi affetta da diabete di tipo 1 insulino dipendente è stata
rifiutata l'iscrizione in quattro asili nido della città “perché nessun docente degli istituti dell'infanzia, pubblici e privati, di Reggio Calabria, intende assumersi la responsabilità di prestarle assistenza in caso di eventuale malore”.
Lo denuncia l’avvocato
Raffaella Caminiti, presidente dell’associazione "Agd Renato Caminiti" di
Villa San Giovanni, in provincia di Reggio Calabria. Un caso assurdo che vede l’intreccio di diverse questioni legate alla totale mancanza di un sistema
welfare che funzioni – la mamma sarebbe costretta a rinunciare al lavoro per prendersi cura della figlia - e alla totale disattenzione umana che regna in questa società.
“Bisognerebbe misurare il dato glicemico e intervenire, in caso di valori bassi, somministrando una bevanda zuccherata - lo spiega l’avvocato Caminiti - Ma non trattandosi di scuole dell'obbligo il
coinvolgimento dei docenti in questo tipo di assistenza è volontario. Nessun dirigente, infatti, "può obbligare i docenti ad intervenire. Sta all'insegnante, opportunamente formato, dare la propria disponibilità".
L’avvocato richiama l’attenzione su uno specifico protocollo d'intesa in materia, siglato dal
ministero della Sanità e quello dell'
Istruzione e poi recepito anche dalla
Regione Calabria e sollecita le Istituzioni ad intervenire al più presto. Rapida la risposta “social” del
sindaco di Reggio,
Giuseppe Falcomatà, che ha offerto la
possibilità di fare domanda in uno degli
asili comunali, garantendo tutta l’assistenza necessaria: “Nessuno deve rimanere indietro”. Un lieto fine, dunque. Resta l’amarezza nel vedere i diritti calpestati.