sabato 7 febbraio 2015
​L'obiettivo è la stesura di una sorta di protocollo di Kyoto sull'alimentazione. 
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L'obiettivo è ambizioso: creare un protocollo di Kyoto sull'alimentazione "targato" Milano. Un'eredità dell'espoisizione universale da consegnare, ad ottobre,al segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, quale impegno globale per affrontare la fame nel mondo e la lotta agli spechi. Ogni anno nel mondo si sprercano 1,3 miliardi di tonnellate di cibo. Una quantità esorbitante che Governi e istituzioni hanno il dovere di ridurre. Da qui l'obiettivo di Exo di mettere a punto una Carta di Milano che contenga i nuovi diritti e doveri dell'umanità sul cibo. Un documento condiviso, serio, scientificamente corretto. Per contribuire a raggiungere questo obiettivo, la Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition (Bcfn) ha messo a punto il Protocollo Milano: misure di sostenibilità per abbattere lo spreco alimentare nel mondo del 50% entro il 2020. Vi hanno già aderito, tra gli altri, il fondatore di Slow Food, Carlin Petrini e lo chef e "attivista alimentare" Jamie Oliver. Il Protocollo si propone come il documento base della Carta di Milano, che dovrebbe essere la vera eredità di Expo 2015, la Carta su cui i Paesi nelle loro diverse espressioni si impegnano per promuovere la sostenibilità alimentare nel mondo. Se la domanda di Expo è "come nutriremo il pianeta?", il Protocollo proposto è una risposta possibile.. Nato nel 2013, il Protocollo si è avvalso del parere di 500 esperti internazionali e ha raccolto adesioni da quasi 100 istituzioni e organizzazioni pubbliche e private Fra le altre, Coldiretti, Eataly, la Jamie Oliver Foundation, Legambiente, Save The Children, Slow Food e Wwf. "Il Protocollo Milano è una straordinaria opportunità di sintonizzare su un comune sentire le attenzioni delle istituzioni, della società civile, delle aziende" ha detto il fondatore di Slow Food, Carlin Petrini all'ultimo Salone del Gusto a Torino. "Slow Food ha accompagnato fin dall'inizio il processo di costruzione del Protocollo. Chi lo firma e lo sostiene si impegna formalmente su elementi chiari che consentono politiche produttive e di governo altrettante chiare, e soprattutto verificabili a distanza di tempo. Solo così, e grazie al lavoro di molti, si potrà avere cibo che sia accessibile a tutti e non comprometta la salute del pianeta".

Anche il Milan Center for food Law anche policy (centro di documentazione costituito nel febbraio scorso da Expo Milano 2015, Camera di Commercio, Comune e Regione) ha avviato un percorso ambizioso per fare in modo che il cibo diventi il più fondamentale dei diritti fondamentali e ha lanciato il progetto di una forte iniziativa italiana per una Convenzione multilaterale in materia di diritto al cibo ed al cibo garantito.
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