giovedì 5 marzo 2015
Svelato il mistero del paesino siciliano: arrestato il giovane e indagato il padre: puntavano all'interesse dei medie e agli indennizzi della Regione
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Alle prime luci dell'alba i carabinieri di Caronia, in provincia di Messina, hanno arrestato un 26enne e notificato un avviso di garanzia al padre, entrambi ritenuti responsabili degli incendi avvenuti negli scorsi mesi a Canneto di Caronia. L'attività, che ha comportato diverse perquisizioni, chiude un lungo periodo d'indagine svolta dall'Arma che, sotto il coordinamento della Procura di Patti, è stata volta a far luce sui misteriosi roghi che avvenivano nella frazione marina del comune di Caronia. Luoghi che già nel gennaio del 2004 erano stati teatro di diversi incendi e che dopo un periodo di pausa, erano ripresi dal luglio del 2014. Le indagini hanno dimostrato come in realtà questi roghi, che hanno creato numerosi disagi alla comunità messinese, fossero di natura dolosa messi in scena dal 26enne con la complicità del padre. Non erano incendi procurati da eventi elettromagnetici, né da esperimenti militari; né si trattava di fenomeni paranormali. Gli incendi inspiegabili avevano generato sgomento fra la popolazione. Dopo aver analizzato i primi episodi, caso per caso, i carabinieri hanno censito circa quaranta episodi, alcuni dei quali addebitabili esclusivamente a Giuseppe Pezzino e altri in concorso con il padre cinquantacinquenne. I due volevano far credere si trattasse di autocombustione, prospettando una ripresa degli anomali fenomeni di presunto elettromagnetismo verificatisi nel 2004 nella frazione. Il padre, da presidente del comitato cittadino sugli incendi inspiegabili, aveva cercato il massimo coinvolgimento dei mass media. I fenomeni avevano indotto il sindaco di Caronia a emettere ordinanze di sgombero di alcune abitazioni. Padre e figlio puntavano anche a ottenere indennizzi da parte della Regione siciliana, insistendo sulla calamità che incombeva sul paese. I fatti accertati dai carabinieri riguardano il 2014.
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