venerdì 7 giugno 2013
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"Il "cammino" è esperienza di gratuità e fragilità. Abbiamo bisogno degli altri. Il cammino come momento in cui Dio si piega su di voi, sulle vostre piaghe e le guarisce". Sono le parole che hanno accompagnato la prima giornata del pellegrinaggio lungo la via Francigena del sud, da Montecassino a Roma. Siamo tutti riuniti nella cripta che ospita le reliquie di San Benedetto e Santa Scolastica. Tutti insieme, i sei detenuti, i quattro accompagnatori e anche tre giovani di Cassino che si sono aggregati. É a tutti che si rivolge don Fortunato, parroco di San Pietro fortemente impegnato nell'accoglienza ai pellegrini. Luogo sacro e carico di significati. "Benedetto venne qui da Roma, voi andate da qui a Roma". C'è attenzione, c'è emozione. Al momento della preghiera dei fedeli ognuno dice il suo nome. E ancora le parole di don Fortunato, che questa volta sembrano più rivolte ai sei detenuti. "Fidati sempre del Signore, anche quando ti fanno male i piedi. Ama il fratello, cerca il suo bene. Il cammino è immagine della vita. Se siamo battitori liberi saremo sterili, se saremo compagni di viaggio potremo spostare montagne". Ma prima del viaggio è il momento della consegna, da parte di Monica D'Atti della Confraternita di San Jacopo di Compostella, che ha promosso il "cammino", della conchiglia "simbolo del tuo essere pellegrino, adesso e per sempre" e della Credenziale "che ti accompagnerà fino a Roma" e dove verranno segnate le varie tappe raggiunte. Poi zaino in spalla, borracce riempite (finalmente è arrivato il sole...) e via. Ci salutano e augurano "buon cammino" il presidente del Consorzio di bonifica Valle del Liri, Pasquale Ciacciarelli e il commissario del Parco regionale dei Monti Aurunci, Iris Volante. Già perché quella che imbocchiamo, la via di Santa Scolastica, è frutto di una bella collaborazione tra questi enti (i pellegrini indossano in questo giorno una maglietta gialla donata dal Consorzio). Aperto apposta per questo pellegrinaggio, il bel sentiero scende nella macchia mediterranea, tra profumi e colori. "Ma la senti che aria...", commenta un detenuto. Già, pensiamo, altro che l'ora d'aria in carcere! "Se volete noi possiamo venire a lavorare per mantenere il sentiero", si offrono due detenuti del carcere di Cassino, Vincenzo e Ciro. "Da volontari", ci tengono a precisare. "Noi siamo disposti a fare qualunque cosa, anche aiutare gli anziani, invece di passare giornate intere in cella a non fare niente". Ma, insistono, "da volontari". É il primo approccio con loro. Avremo altre occasioni con tutti. Ma già molti ci ripetono: "Ci piacerebbe essere trattati come persone. Certo abbiamo sbagliato e paghiamo, ma abbiamo diritto a un'altra possibilità". É proprio lo spirito del nostro pellegrinaggio. Ne parleremo ancora. Ora arriva la sosta. Aquino, patria di San Tommaso. Si dorme tutti insieme, brandina e sacco a pelo, nell'agriturismo "La staffa". Ci attende la seconda giornata, fino a Ceprano.
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