sabato 29 novembre 2014
​Sarebbe caduto in una scarpata, in una zona che dista circa 4 km da Santa Croce di Camarina, il bambino di 8 anni scomparso dopo essere stato accompagnato a scuola dalla madre.
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​Incidente o omicidio. E tutte le ipotesi che possono rientrarvi direttamente o indirettamente, dalla tragedia a quella più atroce della pedofilia. Non escludono alcuna tesi dalla Procura di Ragusa sulla morte del bambino di otto anni il cui corpo è stato trovato in un canalone in cemento, profondo due metri e mezzo, che costeggia un vecchio mulino abbandonato di Santa Croce di Camerina. Ma "non scioglieremo la prognosi prima di domani", sottolineano. Non era entrato a scuola, il piccolo, nonostante la madre, una casalinga di 25 anni, con un altro figlio piccolo, lo avesse accompagnato e lasciato a 10-20 metri dall'ingresso. È stata la donna a lanciare l'allarme quando, quattro ore dopo, alle 12.30 è andato a riprenderlo. È in quel 'bucò di tempo che si concentrano le indagini.I bidelli, le maestre e i compagni di classe della terza elementare non lo avevano visto entrare. Dopo una decina di minuti la mamma è andata dai carabinieri per denunciarne la scomparsa. Il padre, 30 anni, lavora come autotrasportatore, e per non farlo preoccupare, è stato informato alcune ore dopo, nella speranza di non farlo allarmare e di trovare il ragazzino, come alcune altre poche volte era accaduto.È scattata una gigantesca caccia al bambino, che ha coinvolto investigatori, ma anche volontari, protezione civili, conoscenti. "Tutto il paese lo ha cercato", afferma il sindaco, Franca Iurato. I carabinieri controllano anche le immagini del sistema di videosorveglianza della scuola, ma non è inquadrato da alcuna parte. Eppure alcuni vigili urbani ricordano bene di averlo visto assieme alla madre e salutarla vicino l'istituto.  A trovare il corpo senza vita del bambino, poco prima delle 17, è un cacciatore uscito di casa sollecitato dalla moglie a partecipare alle ricerche. In un canneto distante 4 chilometri dalla scuola. "Mi sono affacciato su un canalone tra le canne - ricostruisce emotivamente provato Orazio Fidone - e ho visto il cadavere. Ho gridato prima a squarciagola e poi ho telefonato ai carabinieri: erano le 16:55. Nel frattempo è arrivata un'auto della polizia. Se avessi potuto dargli la mia vita - dice, affranto - lo avrei fatto".Sul posto arriva personale del 118, ma il piccolo è già morto. La polizia scientifica e il medico legale eseguono i primi rilievi. La squadra mobile della Questura avvia le indagini dopo il ritrovamento. Ma il buio e la posizione del corpo del bambino, che ha il viso 'schiacciato' sulla base rendono difficili dare risposte sulla causa del decesso. Indossa tutti i vestiti e sono asciutti. Non ci sono tracce di sangue o segni di violenza evidenti. "Nessuna ipotesi investigativa certa sarà possibile prima di domani" dopo "un attento esame del corpo", spiega il procuratore di Ragusa, Carmelo Petralia, anche perché "non è stata trovata alcuna traccia di sangue". "Stiamo lavorando a tutto campo - aggiunge - e non tralasciamo alcuna pista, ma per avere certezze occorrerà un esame medico legale attento dopo che tra alcune ore il corpo sarà rimosso". Certo, osserva il magistrato, "non è impossibile, ma sembra difficile pensare che abbia percorso quattro chilometri a piedi e sia andato lì, in quel posto, da solo". Parole che lasciano aperti scenari violenti, come un omicidio, e rievocano il 'mostro' della pedofilia. "Al momento - precisa con decisione Petralia, che coordina l'inchiesta assieme al sostituto Marco Rota - non ci sbilanciamo però, perché qualunque ipotesi è prematura. Certo stiamo valutando tutte le tesi possibili - chiosa il procuratore di Ragusa - come è giusto e doveroso che sia davanti alla morte di un bambino di otto anni".
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