martedì 2 luglio 2013
Secondo la procura di Napoli i boss casalesi si erano infiltrati nelle sale da gioco manipolando il circuito delle scommesse. Puntate illecite per oltre 10 milioni. Intanto i tornei di poker online perdono il 27% del mercato.
IL DIRETTORE RISPONDE Azzardo: strabici? No, attenti​
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Un centinaio di centri scommesse nell’orbita dei "casalesi". Li hanno perquisiti ieri su ordine della procura antimafia di Napoli che ha mandato oltre 300 finanzieri del Comando provinciale di Caserta, dello Scico e del Nucleo speciale frodi tecnologiche anche in Piemonte, Lazio, Puglia e Calabria.Un business, quello del "gioco lecito" finito nelle mani dei boss dell’illegalità, che fa concorrenza al sistema pulito, che proprio in questi giorni sta facendo registrare una flessione del 3,7%, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Secondo la Procura di Napoli negli ultimi due anni ci sono state scommesse illecite per oltre 10 milioni di euro con lucrosi e soprattutto stabili guadagni per l’organizzazione criminale».L’inchiesta conferma che il "gioco legale" è stato facilmente sottratto dalle mafie ai circuiti regolari, facendone il cavallo di troia per incassare cifre a nove zeri e ripulire denaro di provenienza criminale. Appena la settimana scorsa con l’operazione "Rischiatutto", i magistrati napoletani avevano svelato il perverso legame tra centri scommesse autorizzati ed emissari della camorra.Le indagini riguardano i reati di associazione per delinquere ed esercizio abusivo di scommesse su competizioni sportive. Nel mirino una vasta rete telematica di scommesse su eventi sportivi di vario genere. E per rendere più appetibili le giocate gli uomini dei clan erano in grado di offrire ai (pochi) vincitori somme che superavano la soglia prevista dalla normativa antiriciclaggio.La rete telematica illecita, che prosperava grazie a centri scommessi regolarmente registrati, è stata costantemente "mappata" grazie all’applicazione di innovative tecniche investigative informatiche. Gli specialisti della Guardia di finanza, come ha spiegato il procuratore aggiunto di Napoli, Francesco Greco, hanno scoperto che «al fine di aumentare ulteriormente gli illeciti guadagni, i gestori del sistema, al momento del risultato, simulavano, attraverso l’alterazione di giocate precedentemente effettuate, l’esistenza di un numero di vincitori superiore a quello reale, riducendo in tal modo in maniera artificiosa, la consistenza del montepremi visibile sulla rete e truffando gli scommettitori risultati vincitori».Intanto il mercato delle scommesse nel primo semestre dell’anno ha fatto registrare una flessione del 3,7%, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Nel 2012 tra gennaio e giugno la spesa effettiva per il gioco ha sfiorato gli 8,9 miliardi di euro, mentre quest’anno si attesa ampiamente al di sotto degli 8,4 miliardi, con un saldo negativo del 5,8%.Nel 2013, gli italiani hanno speso per tentare la fortuna 42.6 miliardi, contro i 44,2 del primo semestre 2012. Lo stato biscazziere ha fatto male i conti. L’ossessione per il gioco d’azzardo ha fatto moltiplicare l’offerta, sperando di sfamare le voraci casse pubbliche. Se gli ideatori di questo far west pensavano che questo avrebbe portato, incuranti delle ricadute sociali, maggiori entrate anche allo Stato, in realtà le differenti tipologie di gioco hanno finito per cannibalizzarsi a vicenda. Tra quelli che hanno "tenuto" - segnala l’agenzia specializzata Agimeg - nel confronto tra gennaio-giugno di quest’anno ed il primo semestre 2012, ci sono il Lotto (3,1 miliardi), il Gratta e Vinci più la Lotteria Italia (5 miliardi) il poker cash ed i casinò on line (6,5 miliardi l’anno scorso, 6,6 quest’anno).Da quest’ultimo segmento si aspettava una crescita maggiore visto l’avvio, a pieno regime, delle slot-machine su internet. Ed è qui che si è registrata la maggior contrazione. Il crollo più forte l’hanno fatto registrare il poker modalità "torneo" (-27,1% con la raccolta scesa a 505 milioni contro i 693 del primo semestre 2012) ed il SuperEnalotto più il Win for Life (-23,3% con un calo da 1 miliardo a 770 milioni). Tra gli apparecchi da intrattenimento c’è da segnalare che al calo delle Newslot (da 13,9 a 12,7 miliardi) cui fa da contraltare una leggera crescita della raccolta delle Vlt (da 10.450 a 10.700 milioni). In generale il settore degli apparecchi da intrattenimento perde il 4,2%. Scommesse sportive, Totocalcio e Totogol fanno segnare una raccolta di 1.955 milioni contro i 2.023 del 2012.Del calo generalizzato ha risentito anche l’Erario. Dai 4.212 milioni incassati lo scorso anno, nelle casse pubbliche finiranno, per i primi sei mesi del 2013, poco più di 4 miliardi. In prospettiva, vuol dire mezzo miliardo in meno nel 2013. A cui bisognerà però aggiungere i costi sociali del gioco patologico. Per lo Stato è un pessimo affare. Non per i clan.
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