lunedì 16 luglio 2012
Tolmezzo, sospesa la festa per i piccoli nella sala gioco. La «Slot Le tre ciliegie» organizza un pomeriggio di animazione con clown e frutta party La polizia blocca tutto anche grazie all’intervento dell’Arcidiaconato della Carnia.
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«Grande party di 3 giorni» annuncia il colorito volantino distribuito in città e diffuso nelle valli della Carnia dallo “Slot Le tre ciliegie”, «l’unico locale – come si legge – dove il sole non tramonta mai». Nessuna novità sotto il cielo del gioco d’azzardo. E, invece, sì. «Domenica 15, dalle ore 14.30, pomeriggio per bambini; animazione con frutta party, clown, il mago Diego e altre sorprese». I bambini che leggono trovano poi scritto: «Dalle ore 22 gran finale con l’elezione di miss maglietta bagnata». Cose da adulti ma intanto loro hanno letto… e chiesto. È quanto basta per far scoppiare, in Carnia, un’indignazione popolare. Tutto è autorizzato, anche dal Comune di Tolmezzo. Ma proprio una autorevole esponente della maggioranza, Cristiana Gallizia, del Pdl, già assessore e presidente dell’assemblea dei sindaci di ambito socio-sanitario, s’indigna e provoca la mobilitazione. Renato Garibaldi, raccoglie e, come coordinatore di “Carnia in Movimento”, rilancia.  Fa un esposto-denuncia al commissariato di polizia. Che sospende l’iniziativa. Gallizia e Garibaldi, sostenuti dall’Arcidiaconato della Carnia («siamo o no in piena emergenza educativa?», si chiede monsignor Angelo Zanello, l’arciprete) prendono carta e penna e scrivono alla città. «Crediamo che nell’interesse dei cittadini, e soprattutto a tutela dei ragazzi e dei bambini, qualsiasi forma di promozione dell’azzardo o accesso ai minori sia una vera e propria violenza che dev’essere immediatamente vietata in tutto il territorio nazionale. Com’è possibile che da una parte l’azzardo entri a pieno titolo nel novero delle dipendenze e dall’altra venga promosso verso i più piccoli? Ci appelliamo ai mezzi di informazione, agli organi di vigilanza e agli amministratori affinché i ragazzi siano disincentivati con ogni mezzo verso tutte le diverse forme di dipendenza». La storia, ovviamente, non finisce con oggi. La montagna carnica, attraversata nel passato dalle piaghe dell’alcolismo e del fumo, successivamente dalle droghe per quanto riguarda i ragazzi, si apre da tempo a un’altra dipendenza, più subdola, quella dell’azzardo, sotto le più diverse forme. Il 31 luglio sarà portato in consiglio comunale un regolamento, con un appoggio trasversale, di maggioranza e opposizione. «Nasce da mesi di lavoro di un gruppo ristretto, composto da amministratori, medici, forze dell’ordine, consulta dei giovani, parrocchia, e attinge anche dall’esperienza di Vicenza, Pavia, Bolzano – spiega Gallizia – e si propone di salvaguardare i minorenni dall’accesso al gioco, di imporre ai gestori dei locali dei corsi di informazione/formazione organizzati da soggetti pubblici e del privato sociale che si occupano delle dipendenze patologiche dal gioco, di impedire che sale gioco vengano installate nelle vicinanze di luoghi sensibili». Il regolamento impedisce anche la pubblicità, prevede una limitazione oraria di accesso alle sale e regole più restrittive per l’apertura di nuove sale.
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