mercoledì 11 settembre 2013
In un rapporto approvato dall’Europarlamento dati preoccupanti sulla diffusione della dipendenza nell’Unione: assuefatto il 3% della popolazione. «Servono subito contromisure». L'AZZARDO NON È UN GIOCO: VAI AL DOSSIER
Le sale-gioco sotto casa sono benzina per la crisi di Giuseppe Pennisi
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Maggiore tutela delle categorie vulnerabili, misure più dure contro l’illegalità, più controlli e monitoraggio, una più rigorosa regolamentazione sulla pubblicità responsabile, lotta contro riciclaggio del denaro e frodi sportive. Sono tra i punti essenziali di un rapporto sul settore del gioco d’azzardo online – rapporto preparato dall’eurodeputato britannico conservatore Ashley Fox – approvato ieri dal Parlamento Europeo a Strasburgo con 572 sì e 79 no. Un documento che ha per ora solo un’importanza di natura meramente politica, ma importanza ce l’ha eccome.Che ci sia urgenza di trovare norme e standard minimi comuni di un settore per ora poco regolamentato nell’Unione è noto da tempo. Non a caso già a ottobre scorso il commissario europeo al Mercato Interno Michel Barnier ha annunciato un piano di azione che dovrà sfociare in tre regolamenti destinati agli Stati membri. La Commissione ricorda che i giochi online costituiscono una delle attività di servizi che registrano la maggiore espansione nell’Ue, con tassi annuali di crescita di quasi il 15% ed entrate stimate di circa 13 miliardi di dollari entro il 2015 e con 6,8 milioni di consumatori che partecipano a uno o più tipi di giochi. Fatto preoccupante: tra lo 0,5 e il 3% della popolazione è affetta da assuefazione al gioco d’azzardo.Ed è su questa linea che si muove l’Europarlamento, il quale richiama esplicitamente che il settore non è un “normale” comparto economico, «dati i suoi impatti potenzialmente negativi di natura sociale e sanitaria, tra cui l’assuefazione al gioco, il crimine organizzato, il riciclaggio di danaro e le partite truccate». Il Parlamento Europeo ribadisce il diritto degli Stati membri di adottare restrizioni e stabilire come può essere organizzata l’offerta, purché nei limiti fissati dalla Corte Ue. Al tempo stesso, chiede però siano adottate norme per una «elevata protezione della salute umana e dei consumatori» e alla Commissione europea di «esplorare misure a livello Ue per proteggere i consumatori più vulnerabili». Una misura potrebbe essere la creazione di registri di quanti hanno superato i limiti massimi delle perdite stabiliti in modo che siano validi contemporaneamente per tutte le piattaforme di gioco.Agli operatori, l’aula di Strasburgo chiede di «mostrare in modo evidente ed esplicito avvertenze per i minori che è a loro vietato impegnarsi in giochi d’azzardo online» e raccomanda di migliorare le forme di identificazione in Rete. Nel documento si chiede pubblicità responsabile degli operatori, esortando la Commissione europea a stabilire in merito standard minimi a livello Ue. Non basta, il Parlamento europeo vuole che sia esplicitamente vietato che un gestore di giochi d’azzardo online di un Paese in cui è legale possa operare, agevolato dall’Internet, in Paesi in cui invece vige un divieto. E chiede una chiara definizione di operatore legale Ue, con precisi requisiti per le licenze. Infine, il Parlamento raccomanda il rafforzamento della lotta contro i giochi d’azzardo illegali, il riciclaggio del denaro sporco e la corruzione sportiva. È un primo passo, ma perché le norme arrivino davvero ci vorrà ancora parecchio tempo: nel maggio 2014 si rinnova il Parlamento europeo, sei mesi dopo cambierà anche la Commissione. Fino ad almeno il 2015 sarà tutto fermo.
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