mercoledì 2 marzo 2016
​L'Anci manifesta tutte le preoccupazioni dei centri minori, colpiti dalla distribuzione della corrispondenza a giorni alterni. E ricorda una direttiva europea "dimenticata".
Posta a giorni alterni, l'ira dei piccoli Comuni
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È ancora scontro tra Poste Italiane e Anci, l'Associazione nazionale dei Comuni italiani. Al centro della disputa la riduzione dei servizi postali, che ormai da tempo le poste stanno portando avanti soprattutto nei centri minori. Le Poste ormai, infatti, puntano sempre più sui servizi finanziari. "Come Anci - afferma il vicepresidente dell'Anci Roberto Pella - stiamo riscontrando forte preoccupazione da parte di alcuni Comuni nei quali si stanno avviando sperimentazioni per la consegna della corrispondenza a giorni alterni. Prendiamo atto dell'obiettivo di razionalizzazione degli uffici postali, ma occorre valutare sotto ogni aspetto le ripercussioni sulla cittadinanza". "Come già avvenuto lo scorso anno, in occasione del lungo confronto tra Anci e Poste per la chiusura degli uffici postali, l'Associazione - spiega Pella - continua a sostenere il metodo dell'ascolto e della concertazione con gli Amministratori locali interessati prima di operare scelte che incidono direttamente sul cittadino. Questa è la condizione necessaria che potrà comportare il minimo disagio possibile sul territorio a fronte di politiche di razionalizzazione così importanti. Tutto ciò, ricordando inoltre anche la direttiva europea che afferma la garanzia del recapito postale per almeno 5 giorni a settimana e derogabile solo in presenza di 'circostanze o condizioni geografiche eccezionali'". Pella esprime quindi l'auspicio "che si possa arrivare a soluzioni migliori e maggiormente condivise anche grazie alle proposte e alle soluzioni alternative avanzate anche in altre occasioni dagli amministratori locali".
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